Hanno firmato. In silenzio. In massa. 514 parlamentari europei hanno approvato gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale dell’OMS.

Il gruppo Meloni, quello dei “conservatori e riformatori”, ha votato a maggioranza a favore della mozione”. Quindi in Italia è da escludere che il governo adotti misure diverse. Siamo stati traditi, e venduti. Le nostre vite, la nostra salute è stata offerta senza il nostro parere, a big pharma.

Una mossa chirurgica, ma non per curare. Per controllare e lucrare sulla nostra salute.

Dal 19 settembre 2025, l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrà dichiarare pandemie globali, imporre restrizioni, indirizzare politiche sanitarie vincolanti per gli Stati – senza alcuna ratifica parlamentare nazionale. Un colpo di mano travestito da cooperazione. Un passaggio diretto dal voto democratico al comando sovranazionale. E quasi nessuno ne parla. Soprattutto nessuno lo grida. Ma io sì, perché chi controlla la salute, controlla tutto. E oggi quel controllo è in mano a chi trasforma la malattia in business. Mi riferisco a Big Pharma. Parlo di un’industria che ha già mostrato il suo vero volto, più volte:

  • OxyContin, oppioide della Purdue Pharma, ha causato oltre 500.000 morti per overdose negli Stati Uniti. È stato promosso come “sicuro” pur sapendo del rischio di dipendenza. La famiglia Sackler, che lo ha venduto come fosse caramelle, ha incassato miliardi e poi ha negoziato una bancarotta strategica. Un crimine travestito da farmaco.
  • Vioxx (Merck): antidolorifico ritirato dopo che causò decine di migliaia di infarti. Sapevano, ma hanno taciuto.
  • Talidomide (Grünenthal): venduto negli anni ’50 come farmaco per la nausea in gravidanza. Ha causato oltre 10.000 malformazioni neonatali. Decenni per ottenere giustizia.
  • Vaccini contro l’influenza suina del 2009 (H1N1): acquistati in massa sotto emergenza, milioni di dosi mai usate, alcuni casi di narcolessia gravi nei bambini. Nessuna responsabilità per i produttori, grazie a clausole legali blindate.
  • Contratti segreti per i vaccini Covid, intere pagine oscurate. Penali assurde. Responsabilità legale azzerata per le case farmaceutiche. I cittadini pagano. Le aziende incassano.
  • Vaccinata contro la covid ( contro si fa per dire) un’intera popolazione con farmaci sperimentali a fronte di contratti segreti per i vaccini Covid, intere pagine oscurate. Penali assurde. Responsabilità legale azzerata per le case farmaceutiche. I cittadini pagano. Le aziende incassano. La gente muore ma nessuno indaga. Assenza di controlli e vigilanza su reazioni avverse. Negazionismo pagato a suon di royalties.
  • Manipolazione dei dati clinici, sponsorizzazione aggressiva, medici pagati per prescrivere. Dai farmaci per il colesterolo a quelli per la depressione: cure standardizzate, effetti collaterali minimizzati, vite usate come cavie.
  • etc etc

E i nostri politici in Europa oggi, hanno consegnato a questa gente il potere di influenzare decisioni globali sopra le teste degli Stati “sovrani” , a nostre spese. La chiamano “prevenzione”, invece è il nuovo volto del controllo: emergenze a comando, stati d’eccezione permanenti, obblighi sanitari imposti da una cabina di regia internazionale legata mani e piedi all’industria farmaceutica.

Io non ci sto. Non è questa la medicina che cura e salva vite umane. Questo è business sulla nostra pelle sulla nostra vita. E’ una scienza(h) trasformata in dogma da chi guadagna vendendo farmaci ai malati che ha contribuito a creare.

Questa riforma dell’OMS è un mandato a delinquere. È il passaggio finale di una trasformazione silenziosa: da cittadino a paziente, da paziente a consumatore, da consumatore a cavia, a numero, a nullità. Ora l’unica possibilità che abbiamo per evitare il disastro è che lo Stato italiano notifichi all’OMS il rifiuto delle modifiche entro il 19 luglio 2025. Ma capite che avendo già approvato in Europa è difficile lo faccia… spontaneamente. La battaglia è quindi nostra, è politica, giuridica e comunicativa. E il tempo stringe. Cosa possiamo fare per evitare che il Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) dell’OMS, entri il vigore il 19 settembre 2025? Serve una dichiarazione formale da parte degli Stati membri. Per ottenerla noi possiamo solo fare pressione in vari modi:

 1. Pressione sui governi nazionali

  • Scrivere ai parlamentari, al tuo senatore o deputato (soprattutto quelli delle Commissioni Affari Esteri e Sanità).
  • Chiedere interrogazioni parlamentari.
  • Firmare e diffondere petizioni che chiedono al Governo italiano di opporre il veto.

 2. Mobilitazione civica e mediatica

L’opinione pubblica deve essere informata. La stragrande maggioranza delle persone non sa nemmeno che questo processo è in atto. Quindi :

  • Organizzare o partecipare a eventi, incontri, dirette social, conferenze stampa.
  • Coinvolgere giornalisti indipendenti, blog, podcast.
  • Pubblicare articoli, video o contenuti su piattaforme social per alzare l’attenzione.

 3. Ricorsi legali e costituzionali

Se le modifiche RSI verranno applicate senza consultazione parlamentare approfondita, si potrebbe configurare un vulnus democratico. Infatti alcuni giuristi stanno valutando:

  • Impugnazioni davanti a Corti Costituzionali nazionali.
  • Appelli al Consiglio d’Europa o alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), in base al principio di sovranità e autodeterminazione.
  •  Punti chiave su cui fare leva:
  • Le modifiche RSI sono vincolanti, ma non sono mai state votate dai popoli.
  • Deregolamentano il concetto di pandemia, consentendo all’OMS di dichiarare emergenze anche senza consenso degli Stati.
  • Le lobby farmaceutiche hanno interessi enormi, e i precedenti (OxyContin, Tamiflu, vaccini H1N1, ecc.) parlano chiaro.
  • L’accordo può portare a limitazioni della libertà personale (viaggi, cure, obblighi sanitari) imposte da organismi non eletti. Capite la gravità???

Chi come me crede ancora nella libertà, ha il dovere di alzare la voce.

Scriviamo. Informiamo. Resistiamo. Perché non esiste cura senza verità. E non esiste salute senza libertà.

AD MAIORA

Disarmare le parole: il Papa, i giornalisti e il peso della verità

«Solo i popoli informati possono fare scelte libere». Con questa frase, Leone XIV ha offerto uno degli applausi più fragorosi della sua giovane elezione, rendendo omaggio ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità. Li ha definiti coraggiosi, li ha voluti liberi, li ha messi al centro di una Chiesa che – almeno nei suoi auspici – non teme la trasparenza.

Nel suo primo grande discorso sulla comunicazione, il Pontefice ha elogiato anche i reporter di guerra, veri testimoni dell’umanità lacerata, ricordando quanto sia urgente «disarmare le parole» per «contribuire a disarmare la Terra». È un’esortazione che va oltre la retorica: è un invito a uscire dalla confusione babelica della comunicazione ideologica e senza amore.

«Non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia», ha affermato. Parole che sembrano gettare ombra su una gestione vaticana spesso sorda al tempo presente, come dimostrano i recenti inciampi del Dicastero per la Comunicazione.

Eppure, in un mondo che si nutre di silenzi comodi e notizie usa-e-getta, il Papa rilancia il valore del giornalismo come atto di responsabilità e servizio. Un pensiero che riecheggia Albert Camus: «Un giornalista è colui che guarda il mondo e non distoglie lo sguardo».

In un’Aula Nervi segnata da sorrisi di circostanza e posizionamenti strategici, Leone XIV ha scelto il gesto sobrio: niente selfie, nessuna concessione all’effimero. Come a dire che la verità non ha bisogno di filtri.

«La libertà di stampa è il pilastro di ogni democrazia», scriveva Hannah Arendt. Il nuovo Papa sembra saperlo bene. E chissà che nel suo dossier sulle finanze vaticane non trovi anche un capitolo sul valore – non solo economico – di una comunicazione degna del Vangelo che dice di servire.

AD MAIORA SEMPER

PS. A proposito di libertà di stampa.. L’informazione può essere libera solo se è indipendente, immagino tu lo sappia. Se vorrai aiutarmi nel mio lavoro anche solo con un piccolo contributo, sarai non solo al mio fianco, ma sarà tuo il merito di ogni indagine di ogni verità che verrà svelata.
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Scavalca a piè pari il Parlamento e impone un piano da 800 miliardi.

La democrazia? Roba d’altri tempi. Ora c’è il “new deal”.

E no, non stiamo parlando né di Trump né tantomeno di Putin.

Siamo nel cuore dell’Europa, dove a violare le regole democratiche c’è – ancora una volta – Ursula von der Leyen.

La situazione è talmente grave che perfino Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, minaccia il ricorso alla Corte di Giustizia.

Due le possibilità: o Ursula ha scambiato l’Europa per la sua società per azioni, o considera i cittadini europei degli imbecilli che tanto accettano tutto (vd accordi con Pfizer via whatsapp, contenuto negato a tutti e c’era in ballo la nostra salute).

Non è escluso comunque che entrambe le cose siano vere.

Una cosa però è certa:

l’Europa non è un’azienda privata. E il potere senza legittimità non è solo arroganza. È un insulto alla democrazia. E’ una forma, seppur elegante, di dittatura il cui germe era tutto in quella frase usata e abusata a giustificare ogni imposizione: “Lo dice l’Europa” . Appunto l’Europa non gli europei. Non il popolo.

Occhio che la storia ha i suoi modi per ripetersi.

Ad maiora

AfD, che alle elezioni del 24 febbraio raggiunse il 20,8% dei consensi, arrivando seconda dopo l’Unione di Friedrich Merz che prese il 28,6%, attualmente è in testa nei sondaggi. 

Romania, dicembre 2024. La Corte costituzionale annulla le elezioni presidenziali: un rapporto d’intelligence parla di «interferenze straniere». Il candidato di estrema destra, Călin Georgescu, vincitore del primo turno, viene estromesso. Legalmente tutto ineccepibile, forse. Ma la domanda resta: chi custodisce la democrazia? E soprattutto: chi decide chi può decidere?

Germania, maggio 2025. I servizi segreti interni classificano ufficialmente il partito AfD – secondo nei sondaggi – come “organizzazione estremista”. Il dossier elenca posizioni anti-migranti, discorsi razzisti di singoli esponenti, nostalgia del nazionalsocialismo in frange giovanili. Il rischio, dicono, è reale. Ma la questione è più spinosa: si può difendere la democrazia limitando la volontà popolare? Gli esponenti dell’ AfD promettono infatti di difendersi in Tribunale. Uno dei vice portavoce, Stephan Brandner, ha accusato i servizi segreti di aver ricevuto istruzioni dai partiti tradizionali tedeschi, senza però portare prove a sostegno delle sue dichiarazioni. Secondo Brandner la decisione sarebbe un tentativo dei partiti di centrosinistra e centrodestra di mantenere il proprio potere screditando AfD. Le stesse posizioni sono state ribadite anche da altri esponenti del partito.

Detto questo, che l ‘AfD abbia alcune idee discutibili, che alcune dichiarazioni evochino i fantasmi della storia che dovrebbero restare sepolti, sono la prima a dirlo, ma si tratta di un partito regolarmente registrato, votato da milioni di cittadini, è il secondo partito della Germania, e oggi, stando ai sondaggi, il primo . E ancora siamo sicuri sia tutto il movimento da mettere al bando o forse si stanno strumentalizzando gli eccessi di pochi per silenziare un’intera fascia sociale?

Forse, se spaventa che il popolo ( i popoli) stiano andando verso destra, prima di eliminare i partiti dovremmo chiederci perché il popolo si sta rivolgendo a destra. Il voto radicale è spesso l’ultima voce che resta a chi non si sente più rappresentato. Ma chi ha smantellato la fiducia, ignorato il disagio, abbandonato le periferie? Non è che lo stesso che ora vuole silenziare il popolo? Ma vietare il dissenso non è mai cura, è censura. E’ a sua volta fascismo.

La democrazia, ci dicono, è fragile. Ma se per proteggerla iniziamo ad eliminare i partiti che conquistano consenso, a selezionare dall’alto i candidati, a scegliere le quali idee possono circolare, allora non stiamo più difendendo la democrazia. La stiamo addestrando. Addomesticando. Svuotando.

E poi: quale coerenza c’è nel denunciare l’ideologia dell’AfD come una minaccia ai valori democratici, ma nel contempo tacere di fronte a visioni religiose o ideologiche che, nei loro aspetti più radicali, negano i diritti delle donne, giustificano la violenza e classificano come ‘infedeli’ tutti coloro che non vi aderiscono?

Questa è una contraddizione che brucia: l’Europa stigmatizza idee razziste – giustamente – ma tace quando ideologie religiose radicali promuovono la sottomissione delle donne, la lapidazione, l’intolleranza verso gli “infedeli”. Criticarle diventa “islamofobia”, mentre l’etichetta di “fascismo” viene appiccicata a ogni voce scomoda, spesso in modo totalmente ingiustificato. Questa è coerenza, o manipolazione?

Un’estrema destra da bandire, un fondamentalismo da rispettare. Un popolo che vota “male” da correggere. C’è chi parla di sicurezza democratica. Ma qui il nodo si stringe. Oggi non si vietano più i partiti con i carri armati. Lo si fa con le etichette, con i filtri, con le segnalazioni, con le liste “pericolose”. È un autoritarismo elegante, colto, algoritmico. Ma pur sempre autoritarismo.

E come dimenticare ( io certo non dimentico) che il comandante del Battaglione Azov, Denys Prokopenko, è stato insignito del titolo di ‘Eroe dell’Ucraina’, nonostante il battaglione da lui guidato sia noto per le sue radici apertamente neonaziste? In nome della guerra contro la Russia, si è arrivati a trasformare un gruppo con simbologie e ideologia da estrema destra, in un simbolo da celebrare. Dunque esistono nazisti di Serie A e nazisti di Serie B, accettabili a seconda della convenienza geopolitica? Se è così, il vero problema non è solo morale: è sintomo di una deriva ideologica – e persino psichiatrica – che mina la credibilità stessa dell’Europa.”

Oggi, chi urla troppo viene zittito. Chi dissente viene delegittimato. E chi vince, se non piace in alto, viene escluso. La nuova censura non ha più bisogno di manganelli: bastano bollini, blacklist e rapporti segreti. Ci raccontano che è per proteggerci. Ma a me pare che la democrazia stia ricevendo, di volta in volta, dosi costanti di vaccino contro la libertà.Munita di green pass a condizione che si faccia ciò che altri vogliono, la democrazia è un sorvegliato speciale. Il diritto al voto la conseguente farsa?

riporto il link all’articolo dedicato a Sting che l’anno scorso durante il concerto di Varsavia del 30 luglio dichiarava: “LA DEMOCRAZIA E’ SOTTO ATTACCO

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Un’improvvisa lettera anonima al Consiglio di amministrazione del World Economic Forum (WEF) ha innescato un’inchiesta interna sul suo fondatore, Klaus Schwab, accusato di cattiva condotta finanziaria ed etica. L’87enne Schwab si è dimesso con effetto immediato il 20 aprile: «Con l’ingresso nel mio 88esimo anno, ho deciso di dimettermi dalla carica di presidente e di membro del Consiglio di amministrazione, con effetto immediato», si legge nella dichiarazione diffusa dal Forum. L’incarico di presidenza ad interim è stato quindi affidato all’ex CEO di Nestlé, Peter Brabeck-Letmathe. Le accuse — tutte ancora da confermare — sono state comunque respinte con decisione dallo stesso Schwab, che ha annunciato azioni legali contro l’autore della missiva e i suoi diffusori.

Il 22 aprile, il WEF ha confermato di aver avviato un’inchiesta «indipendente», dopo la ricezione della lettera che denunciava presunti illeciti nella gestione delle finanze del Forum da parte di Schwab e della moglie Hilde. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e rilanciato da Reuters, le accuse riguarderebbero la richiesta ai dipendenti di prelevare migliaia di dollari in contanti per pagare massaggi privati in camera d’albergo. Hilde Schwab, invece, avrebbe organizzato riunioni fittizie, finanziate dal WEF, per giustificare viaggi di piacere a spese dell’organizzazione.

Durante un meeting straordinario tenutosi il 20 aprile, il Consiglio di amministrazione ha votato all’unanimità l’avvio dell’indagine, avvalendosi di consulenti legali esterni e ribadendo l’impegno a rispettare le responsabilità fiduciaria del Forum.

Fonti interne parlano di un clima sempre più teso sulla governance dell’organizzazione, già in passato oggetto di denunce per ambiente di lavoro tossico, discriminazioni e gestione inadeguata di casi di molestie. Vien da pensare che l’ente che si propone di cambiare il mondo e di averne soprattutto la ricetta magica (vd. Agenda 2030), non sembri nemmeno capace di governare sé stesso, almeno in modo etico. Schwab, dal canto suo, rigetta ogni addebito, affermando che tutte le spese personali siano state regolarmente rimborsate. Il WEF, pur sottolineando di prendere «molto sul serio» le accuse, ha dichiarato che non rilascerà ulteriori commenti fino al termine dell’inchiesta.

Cos’è il WEF

Il World Economic Forum è spesso descritto come il salotto buono dell’élite transnazionale, il cosiddetto “Davos Man”, accusato di essere scollegato dalle urgenze del mondo reale. Diverse ONG e anche alcuni membri interni hanno segnalato nel tempo opacità nelle procedure decisionali e nei criteri di adesione. Gli ambientalisti, poi, non hanno mancato di evidenziare l’ipocrisia di riunioni ad alto impatto di carbonio — voli privati, convogli di sicurezza, logistica faraonica — organizzate da chi predica sobrietà e sostenibilità.

L’inchiesta su Klaus Schwab diventa allora qualcosa di più di un semplice scandalo personale: è un riflesso, forse, del rischio eterno delle grandi idee quando smettono di servire l’umanità e iniziano a servirsi di essa.

Pasquetta. Una data che sa di resurrezioni, ma anche di uscite di scena. Infatti, proprio in questo 21 aprile 2025 si chiude il pontificato di Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio.

Ma davvero muore oggi? O muore oggi solo per i media e i “credenti”? Per mesi, il suo volto era apparso pallido, gonfio, irriconoscibile, per alcuni una situazione normale per chi ha fatto uso di antibiotici in modo massiccio, ma sui social più di qualcuno ha fatto notare la scomparsa dal volto dei nei e la non corrispondenza delle orecchie, lasciando intendere e nemmeno tanto velatamente che papa Francesco fosse già morto, o sostituito da un sosia, o comunque, tenuto in vita dal cordone mediatico di un Vaticano che avrebbe fatto del mistero una liturgia parallela.

In questo clima d’incertezza, non possono non tornarmi alla mente le inchieste di Andrea Cionci: Quel “Codice Ratzinger” che leggeva tra le righe dei discorsi e delle lettere del Papa emerito, quella teoria della sede impedita, in cui Benedetto XVI non avrebbe mai rinunciato davvero al papato e in cui, per quasi dieci anni, Bergoglio sarebbe stato un antipapa. Un Papa senza legittimità canonica. Un usurpatore, o peggio: una pedina in un disegno che ci sovrasta ( e umilia)  tutti.

Mi rimbalzano anche nella memoria come tuoni le parole  che sempre Andrea Cionci mi disse in un’intervista che gli feci nel 2022. Rispetto all’ ultima Declaratio del 2013, Papa Ratzinger la conclude dicendo:  “Il prossimo sommo Pontefice – cioè, mi specificò Cionci, il prossimo vero Papa dovrà essere eletto da coloro a cui compete.” Perché, viene da chiedersi, dice “da coloro a cui compete” e  non dice più banalmente “dai cardinali”? “Perché – chiarisce Cionci – Ratzinger sapeva bene che, lasciando vuota la sede, sarebbe intervenuto un Papa usurpatore. E quindi, morto anche quest’ultimo, gli unici a cui competerà legittimamente la nomina del Papa sono i cardinali veri, ovvero solo quelli nominati pre-2013 da Papa Ratzinger.”

Quel momento oggi è arrivato. E’ tempo di nominare il nuovo Papa, ma, se davvero nessuno era papa, se davvero il trono era vacante da anni, allora la Chiesa non ha perso un pastore, ha perso proprio  se stessa, ed è -forse- proprio in questo vuoto, tra una tomba e l’altra, che comincerà la vera apocalisse. Quella che svela.

Gli occhi del mondo- e per chi crede- anche quelli di Dio, da adesso sono puntati sul conclave.

Ad maiora

Una piccola donazione può fare una grande differenza. Io prometto di continuare a offrirti contenuti liberi, ispirati e ispiranti. Ci meritiamo un mondo migliore.

Meta ha annunciato che inizierà a utilizzare i dati pubblici degli utenti europei per addestrare la propria Intelligenza Artificiale. L’attività riguarderà post, commenti, contenuti e interazioni condivise pubblicamente su Facebook e Instagram, mentre resteranno esclusi i messaggi privati. Gli utenti dell’Unione europea sopra i 18 anni riceveranno notifiche via app o email per essere informati sull’inizio delle operazioni e sul tipo di dati coinvolti.

La società fondata da Mark Zuckerberg spiega che questa raccolta servirà a “migliorare l’esperienza utente” e a rendere l’IA più sensibile alle culture europee. Parole vaghe per non dire vuote. Cosa vuol dire migliorare l’esperienza dell’utente? Lo stabilisce lui cosa migliora la mia esperienza? E queste sono solo alcune osservazioni, in realtà gli interrogativi sono molti e seri.

“Il vero problema è la trasparenza,” afferma Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy. “È fondamentale che gli utenti comprendano fino in fondo cosa sta accadendo ai loro dati. Anche se si parla di contenuti pubblici, il modo in cui questi vengono rielaborati da un’intelligenza artificiale può generare profili, analisi predittive e automatismi non sempre controllabili”.

Anche l’avvocato e docente di diritto della privacy Ginevra Cerrina Feroni sottolinea che “il consenso deve essere libero, specifico, informato. La semplice pubblicazione di contenuti non può essere interpretata come un assenso implicito a fini di addestramento IA. Serve un reale meccanismo opt-out chiaro ed efficace, accessibile a tutti.”

Meta assicura che ci sarà un modulo facile da compilare per opporsi all’uso dei propri dati. Ma c’è chi teme che l’accesso a questo modulo possa risultare poco visibile o complicato da raggiungere. “È una strategia nota: rendere teoricamente possibile il rifiuto, ma di fatto difficile da esercitare,” avverte il professor Stefano Quintarelli, esperto di regolamentazione digitale. “È l’illusione del controllo.”

In parallelo, oltreoceano, Meta è sotto processo a Washington per presunto comportamento anti-concorrenziale, a causa delle acquisizioni di Instagram e WhatsApp. Un’ombra pesante che si riflette anche sulla fiducia degli utenti.

La mia opinione personale? Questa mossa di Meta non lascia un buon sapore. L’idea che un algoritmo si nutra dei nostri contenuti pubblici, anche se teoricamente accessibili, crea un senso di invasione silenziosa. Un conto è condividere qualcosa con un pubblico umano. Un altro è offrire, consapevolmente o meno, materia prima a una macchina il cui scopo finale resta oscuro. Perchè dobbiamo nutrire le macchine con i nostri dati? Questa situazione porta la mia mente al film Matrix, in cui gli esseri umani servivano solo per nutrire le macchine , la nostra essenza vitale era il loro nutrimento. Oggi capisco di più quel film, altro che fantascienza, una terribile realtà, in cui la nostra opinione tra l’altro non la chiede nessuno e per difenderci, ci viene dato in mano un modulo. Da trovare. Da capire. Da compilare. E poi chi ci garantisce che non useranno i nostri dati comunque?

Ad Maiora

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L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha recentemente approvato un nuovo vaccino a mRNA autoreplicante contro il SARS-CoV-2.

A differenza dei vaccini mRNA “classici” (come quelli di Pfizer-BioNTech o Moderna), questo utilizza una tecnologia di autoamplificazione dell’RNA: una volta inoculato, il materiale genetico continua a replicarsi autonomamente all’interno delle cellule per un periodo prolungato, inducendo una produzione molto più estesa della proteina Spike. Il problema è proprio questo, la Spike, ad oggi, è stata oggetto di molteplici studi per i suoi effetti citotossici, infiammatori e pro-trombotici, soprattutto se presente in circolo in quantità significative e per periodi prolungati. Il nuovo vaccino, generando più Spike e più a lungo, preoccupa non poco parte del mondo medico e scientifico, infatti il suo utilizzo solleva pesanti interrogativi sulla sicurezza a medio e lungo termine, in assenza di dati esaustivi su biodistribuzione, durata della replicazione e rischio di eventi avversi sistemici.

A ciò si deve aggiungere la recente scoperta secondo la quale tracce di proteina Spike sarebbero state rilevate nei fluidi biologici (come latte materno, sudore, secrezioni salivari e sessuali), aprendo scenari ancora incerti sul potenziale effetto della trasmissibilità interumana non infettiva.

Dal punto di vista regolatorio, il nuovo prodotto entrerà automaticamente in commercio anche in Italia, salvo opposizione formale del governo entro il 23 aprile. Una finestra temporale strettissima, durante la quale il dibattito scientifico e pubblico dovrebbe focalizzarsi su una domanda cruciale: è davvero prudente autorizzare una tecnologia vaccinale che amplifica la produzione della proteina Spike, proprio quella su cui oggi gravano i maggiori sospetti di tossicità?

Gli studi accumulati in questi anni parlano chiaro: la Spike non è una semplice “chiave d’ingresso” del virus, ma una proteina bioattiva capace di attraversare la barriera ematoencefalica, indurre infiammazioni sistemiche e, soprattutto, provocare miocarditi e pericarditi, con particolare incidenza nei soggetti giovani e sani, in età adolescenziale e post-adolescenziale. Le stesse autorità sanitarie – EMA, CDC, FDA – hanno dovuto riconoscere il rischio, sia pure con timidezza, e rivedere le raccomandazioni per alcune fasce d’età.

In questo contesto, autorizzare un vaccino che autonomamente prolunga e amplifica l’espressione della Spike, senza sapere con esattezza per quanto tempo e dove si distribuisca nel corpo, non è solo imprudente: è un salto nel buio, quella della morte.

C’è da chiedersi come mai non bastino già i dati accumulati sugli effetti avversi per imporre una ritirata strategica da questa tecnologia. Di certo, continuare su questa strada significa ignorare il principio di precauzione, fondamento non negoziabile per una medicina etica e responsabile. In gioco, oggi, non è più solo la protezione dal virus- sempre sia mai stata in gioco – ma la fiducia stessa nella scienza e nelle istituzioni che la rappresentano , una fiducia già gravemente tradita. Che questo ultimo vaccino ne rappresenti il colpo mortale?

Roberto Vannacci

Non è chiaro affatto quale fosse il messaggio che l’Unione Europea voleva mandare ma di certo è chiaro il risultato che ha ottenuto: una sceneggiata ridicola, tragicomica se non fosse grave, decisamente grave per modalità e toni assunti.

Sì mi sto riferendo al video della Commissaria Hadja Lahbib, che ha  diffuso un video grottesco dal titolo: “Cosa c’è nella mia borsa? Edizione sopravvivenza”. Un coltellino, una torcia, dei fiammiferi, medicine, contanti, questo l’elenco di cosa mettere nello zaino, fatto dalla commissaria, il tutto come fosse uno scherzo con tanto di musichetta alla Stanlio e Ollio in sottofondo. Quanto agli oggetti sarebbero, per la commissaria, strumenti che permetterebbero ai cittadini di sopravvivere in caso di guerra nucleare per 72 ore. A volte la stupidità è senza limiti, verrebbe da pensare. E lo hanno pensato in molti in tutta Europa.

Infatti l’assurdità della scena per fortuna non è passata inosservata, i più lucidi tra i giornalisti come Marco Travaglio a politici ancora non anestetizzati dal potere sono intervenuti.  Il primo a nord est a smascherare l’inadeguatezza di questa scenetta è stato l’eurodeputato Alessandro Ciriani, che sui suoi canali social, ha denunciato il carattere surreale e allarmistico della comunicazione europea. “Una trovata che trasuda ansia e allarmismo puro, mentre la Commissione spinge l’idea di un’Europa sull’orlo del collasso.” E ancora “Se quanto presentato è il lavoro della Commissaria responsabile della preparazione e della gestione delle crisi, da Friulano mi sento di affermare che tutto ciò deturpa lo spirito e le intenzioni che hanno invece originato la protezione civile post-terremoto nel 1976 in Friuli Venezia Giulia, un’iniziativa che doveva essere un simbolo di preparazione razionale e solidarietà, non di panico e paura infondate.”

L’onorevole avrebbe potuto visto quanto sta accadendo però chiedere anche lumi dei soldi, immagino pubblici, spesi dalla commissaria per un video così ridicolo. Magari è ancora in tempo.

Claudio Borghi intervistato da Radio Radio subito confessa invece che a vedere queste cose “Mi verrebbe voglia di andare a Bruxelles con un martello pneumatico” e buttar giù tutto. Nel suo piccolo anche Roberto Saviano interviene. In 15 minuti di pura noia, sottolineata dalle pose da grande pensatore, cadenzando una parola ogni 5 minuti, con tutta la sua buona volontà, pare abbia notato solo il contrasto tra la gravità del messaggio e la musichetta allegra in sottofondo mentre non si è accorto affatto delle ridicole indicazioni fornite dalla commissaria, non ha notato proprio nulla. E non ce ne meravigliamo.

Per fortuna sul punto, con il pragmatismo che lo contraddistingue, il Generale Roberto Vannacci, direttamente da Strasburgo, durante una seduta plenaria, ha fatto sentire la sua voce con un intervento fuor di metafora, in cui frase dopo frase ha infatti smontato l’idea ( decisamente cretina questo lo dico io) di un’Europa che vorrebbe  proteggere i cittadini con uno zainetto d’emergenza delle giovani marmotte mentre , e qui sono le parole di Vannacci, milioni di persone lottano (davvero)  per pagare le bollette e riempire il frigorifero. Persone che sì scappano, ha detto, ma da saccheggiatori, molestatori, stupratori, in gran parte immigrati clandestini che “a causa vostra -ha sottolineato- hanno iniziato a fare le scorrerie in Europa” e ancora ha aggiunto , dobbiamo “allenarci a sopportare il freddo perché l’energia costa sempre di più”. E ha chiuso guardando la commissaria Hadja Lahbib seduta a due passi da lui, dicendole, “tenetevi le vostre armi e i vostri zainetti e se volete fare qualcosa di buono sparite”. Come dargli torto?

Del resto l’Unione Europea si comporta sempre più come un capitano ubriaco marcio che dopo aver portato la nave alla deriva, ora, mentre affonda, ridacchiando e barcollando, distribuisce ai passeggeri ridicoli kit di emergenza.

La verità, a mio parere, è che l’unica vera catastrofe a cui stiamo assistendo è quella di un’Europa che ha perso sia la ragione che la rotta, sempre ammesso che vi sia mai stato un momento in cui avesse l’una e l’altra.

Ad Maiora … speriamo

Marianna Maiorino, giornalista, saggista e ricercatrice, autrice de “Il canto dell’arcobaleno: la sinestesia”, ti condurrà in un viaggio straordinario tra scienza e antichi saperi, là dove il visibile si intreccia con l’invisibile e il pensiero stesso diventa potere. Ad aprire il varco, come nei suoi seminari, sarà il misterioso Ermete Trismegisto, l’Iniziato per eccellenza, il Custode di un sapere ancestrale che riecheggia da oltre 5000 anni in ogni cultura con nomi diversi. Quali segreti sulla natura della realtà ci ha lasciato? Quali connessioni nascoste legano le leggi della fisica quantistica alla saggezza dei tempi antichi?

Attraverso un dialogo tra scienza e tradizione esoterica, la relatrice condividerà le sue ricerche e ti guiderà nell’esplorazione profonda dell’energia nelle sue molteplici forme, svelando i legami tra frequenze, vibrazione e coscienza. Dalla medicina quantistica al potere trasformativo del pensiero, preparati a mettere in discussione ciò che credi possibile. Perché la realtà, forse, è molto più malleabile di quanto immagini.

Siamo dotati di un computer quantistico straordinario: la mente umana.

Impariamo ad usarlo consapevolmente.” – Marianna Maiorino 

Il seminario si divide in due parti : 
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I due filmati prodotti dall’emittente “Russia Today”, dal titolo “I bambini del Donbass” e “Maidan. La strada verso la guerra”, promossi da “Insieme Liberi, Liberi Elettori-Io amo Udine” e altri soggetti, hanno scatenato la reazione del Partito Democratico. Tanto da spingere la deputata Debora Serracchiani, per la quale evidentemente i cittadini italiani non hanno problemi più urgenti, a chiedere la loro censura. L’obiettivo? Impedire ai cittadini del Friuli Venezia Giulia di assistere alle proiezioni, nonostante il sold out. “L’inquisizione non si ferma”, ha commentato Ugo Rossi, uno degli organizzatori. La Serracchiani infatti ha chiesto al Governo italiano “il divieto assoluto di trasmissione dei programmi in qualunque forma e contesto”, affinché la misura si applicasse non solo all’evento di Udine, ma anche ad altre proiezioni simili in futuro. In altre parole: censura, censura, censura.

Il fulcro della sua richiesta? Il fatto che i documentari provengano da Russia Today, un’emittente filorussa considerata dall’Unione Europea un organo di propaganda. Mi sorge spontanea una domanda : se in Italia volessimo eliminare tutti i media che fanno propaganda, cosa resterebbe del panorama informativo italiano? Nel video la mia risposta.

A me hanno insegnato, che la democrazia si fonda sul confronto. Censurare un film, un libro, una voce scomoda – che sia parziale o imparziale – non significa né difendere la verità, né aiutarla a emergere. Significa solo imporre un controllo sulle idee e sulle opinioni.

Ora il Partito Democratico, lo stesso che ha imposto la vaccinazione con il ricatto nonostante l’Europa raccomandasse di non discriminare chi sceglieva di non vaccinarsi, lo stesso che ha chiuso in casa le persone senza motivo, causando danni psicologici evidenti nei giovani, vorrebbe decidere anche quali documentari possiamo guardare?

Per fortuna, il Governo italiano, non ha dato minimamente retta alla deputata Serracchiani: il documentario è stato proiettato con grande successo di pubblico, anzi 100 persone non hanno potuto accedere alla sala per raggiunti limiti di capienza.

Mi chiedo però: quale sarà il prossimo passo del cosiddetto partito “democratico”? Vieterà i libri? I film? I fumetti? O, censurerà la proprietà privata e il diritto d’impresa, come suggerito dal Manifesto di Ventotene che tanto difendono?

Non si combatte la propaganda con la censura. Si combatte con la conoscenza, con il pensiero critico, con il confronto. Se la democrazia nasce dalla libertà di espressione, anche quando le idee ci disturbano, i regimi, invece, nascono dalla censura. E fa riflettere che il Partito Democratico sembri dimenticarlo.

E la storia insegna che ogni regime è iniziato con il rogo dei libri ed è  finito con il crollo della propria arroganza. Se un’idea è falsa, la si smonta con gli argomenti, non con i divieti. Chi teme il confronto non difende la verità, difende solo il proprio potere. Ad Maiora !

Domanda: Come mai i cittadini dovrebbero essere considerati capaci di votare, ma al tempo stesso incapaci di guardare un documentario senza farsi manipolare?

“Sostieni il mio blog , fai crescere la libertà di espressione!! Grazie!!

Manifesto di Ventotene.

Ps. La democrazia e’ un’altra cosa…

Manifesti “no vax” (così li definiscono i vari giornali e mezzi di informazione), sono comparsi in diverse zone di Trieste, suscitando l’indignazione del Partito Democratico (PD). Ma pensa un po’ proprio loro si indignano. Nello specifico, la segretaria regionale del PD Friuli Venezia Giulia, Caterina Conti, e la segretaria provinciale del PD di Trieste, Maria Luisa Paglia, hanno condannato le affissioni, esprimendo preoccupazione per il “messaggio disinformativo che, a loro dire, rischia di minare la fiducia nella scienza e nei vaccini”. Ma cosa sfugge a queste esponenti politiche? La fiducia nei vaccini è stata compromessa principalmente dalle reazioni avverse e dall’atteggiamento autoritario, antidemocratico e antiscientifico adottato dai governi Conte e Draghi. E adesso, a fronte di richieste di spiegazioni, e indagini, preferendo la via facile, si affrettano a condannare chi chiede approfondimenti e chi esprime opinioni diverse dalle loro. Invece di impegnarsi a fare chiarezza sulle morti improvvise che stanno colpendo molti giovani e partecipare quindi a scrivere la verità, preferiscono condannare chi legittimamente chiede delle indagini. Gli attaccano la targhetta di “no vax” e si tolgono il problema di dare delle risposte. Beh non funziona così signore che usate un aggettivo per qualificare il vostro partito, ignorandone le applicazioni pratiche.

A fronte di tutte le morti improvvise a cui stiamo assistendo quotidianamente, in particolare di giovani è fondamentale e serio promuovere ricerche approfondite e autopsie (vere) per comprendere quanto le morti improvvise, gli ictus e gli altri eventi avversi siano riconducibili (o meno) ai vaccini a mRNA. Solo attraverso un’analisi trasparente e scientifica potremmo ristabilire la fiducia nella medicina e garantire la sicurezza della popolazione. Solo con la verità ricostruiremo la fiducia. Anche perchè, ma forse alle esponenti pd è sfuggito, o considerano troppo da no vax avere dei dubbi e porsi delle domande, ma qualunque sia la causa alle signore è sfuggito, che anche le autorità sanitarie hanno riconosciuto i rischi associati ai vaccini a mRNA. Ad esempio, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha evidenziato il rischio e ammesso le morti a causa di miocardite e pericardite dopo la somministrazione dei vaccini Comirnaty e Spikevax, soprattutto nei giovani maschi dopo la seconda dose. Paesi come Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia hanno sospeso l’uso del vaccino Moderna per determinate fasce d’età a causa di preoccupazioni legate a infiammazioni cardiache.  E ancora , sono stati segnalati casi di tiroidite subacuta e sindrome di Guillain-Barré, in seguito alla vaccinazione con vaccini a mRNA. Senza parlare dei danni fatti da Astrazeca, non a caso tolto dal commercio. La letteratura scientifica poi, è inabissata di studi che concludono affermando la cancerogenicità dei vaccini, e i danni al sistema immunitario, danni all’udito e alla vista. Di questo le signore non si indignano? Non sarebbe forse più serio e responsabile avviare una campagna di sorveglianza continua e di studi approfonditi per accertare concretamente e nel tempo la sicurezza dei vaccini?

Sarebbe essenziale invece che le istituzioni sanitarie e politiche collaborassero per monitorare e valutare attentamente le reazioni avverse, fornendo supporto alle persone colpite e garantendo una comunicazione trasparente con il pubblico. Come mai i politici come queste signore non menzionano mai, le persone che hanno perso la vita a causa della vaccinazione o quelle che hanno perso la salute? Non comoda? Tante o poche che siano queste persone affidandosi alla scienza hanno perso le cose più importanti che un essere umano può avere: la vita e la salute. Possibile che nessun politico abbia il coraggio di dedicare loro una parola? Dov’è l’empatia di cui si riempiono tanto la bocca in campagna elettorale? Dopo sinergia e resilienza oggi la moda impone, a parole si intende, l’empatia. Ma sanno almeno cos’è?

A mio avviso, solo attraverso un approccio basato sulla scienza, quella vera, onesta, che ha il coraggio, quando è il caso, di ammettere i propri errori e correggersi, e sulla capacità di sentire e comprendere le difficoltà e le esigenze degli altri, potremmo affrontare le preoccupazioni legate alle vaccinazione, e a una sanità che fa acqua da tutte le parti. Chi fa politica dovrebbe saper ascoltare e dare risposte serie. Dovrebbe.

Ad maiora semper e nonostante tutto

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La Corte dei conti europea ha bocciato senza appello la gestione dei fondi del Recovery and Resilience Facility (RRF), il mastodontico piano da 650 miliardi di euro concepito per aiutare i Paesi membri dell’Unione a uscire dalla crisi pandemica. Ma anziché rappresentare un’opportunità di rilancio economico, questo flusso di denaro si è trasformato in un colossale fallimento burocratico, caratterizzato da ritardi, inefficienze e mancanza di controlli adeguati.

Un sistema fuori controllo

Secondo la relazione speciale pubblicata dalla Corte dei conti europea, la gestione del RRF ha rivelato le solite lacune strutturali dell’UE, incapace di monitorare in modo efficace l’uso dei fondi. Gli Stati membri hanno spesso disperso le risorse in progetti mal concepiti, senza reali benefici per la ripresa economica. Il quadro di controllo, che avrebbe dovuto garantire la trasparenza nell’allocazione delle risorse, è inefficace e lacunoso, lasciando spazio a sprechi, inefficienze e, potenzialmente, anche a frodi.

Il fallimento della ripresa post-Covid

L’obiettivo del RRF era chiaro: rilanciare l’economia dopo la drammatica crisi del Covid. Ma il bilancio è impietoso. I ritardi accumulati hanno impedito un impatto tempestivo, mentre le politiche di spesa si sono rivelate disorganizzate e incoerenti. Invece di stimolare la crescita e il lavoro, molti fondi sono rimasti bloccati nelle pastoie burocratiche, alimentando un sistema che sembra più funzionale agli interessi delle lobby che a quelli dei cittadini.

UE e lobby: un matrimonio indissolubile

Ancora una volta, Bruxelles dimostra di essere una macchina burocratica più attenta agli interessi delle grandi lobby finanziarie e industriali che al benessere delle persone. Chi ha davvero beneficiato di questi fondi? Sicuramente grandi aziende, consulenze e gruppi di pressione, mentre le piccole e medie imprese, cuore dell’economia reale, hanno ricevuto solo briciole.

La solita Europa, i soliti sprechi

Questo ennesimo scandalo finanziario conferma un’amara realtà: l’UE è incapace di gestire in modo efficace le proprie risorse. Ogni crisi diventa il pretesto per creare fondi miliardari, gestiti con poca trasparenza e indirizzati verso interessi specifici anziché verso le reali necessità dei cittadini. Il Recovery Fund, che doveva essere la risposta alla crisi, si è trasformato nell’ennesima occasione sprecata.

Ora, la domanda è: chi pagherà per questi errori? La risposta, purtroppo, è sempre la stessa: i cittadini europei.

Ma tranquilli che non e’ finita perché la prossima mossa di Von der Leyen e dei suoi sostenitori lobbisti e’ già in essere: riarmo e creazione di un esercito europeo. Con quali soldi vi chiederete? Bene, ascoltatemi, avete uno specchio in casa? Cercatelo guardatelo e avrete la vostra risposta .. Ad Maiora

Grazie—-> https://mariannamaior.com/donazioni/

https://web.telegram.org/k/#@MariannaMaior

Spese dell’OMS in Africa: Il senatore Borghi, evidenzia intervenendo nella trasmissione “l’Aria che tira” in onda La7 che l’OMS ha speso 45 milioni di euro in Africa per medicine e attrezzature, una cifra che ha paragonato al bilancio del comune di Urbino per contestualizzare l’entità della spesa. Mentre, sottolinea il senatore, quanto a viaggi la spesa è stata ben superiore, pari a 53 milioni di euro, una discrepanza evidente. E ancora punta l’attenzione sugli stipendi in merito ai quali il senatore ha affermato che lo stipendio medio dei dipendenti dell’OMS è di 120.000 euro netti, cifra che include sia gli impiegati che i dirigenti. A fronte di queste valutazione Borghi ha criticato l’OMS definendola un “carrozzone” e ha suggerito che l’Italia dovrebbe considerare di interrompere i finanziamenti all’organizzazione, destinando invece quei fondi al sistema sanitario nazionale.

Non ha tutti i torti

Ad Maiora

Inviato alla Conferenza Stato-Regioni il nuovo Piano nazionale pandemico

“E’ escluso l’utilizzo di atti amministrativi per l’adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali.” Il nuovo Piano pandemico nazionale prende chiaramente le distanze dalle misure adottate durante l’emergenza Covid, segnando un’implicita ammissione degli errori commessi a danno dei cittadini. Il documento esclude il ricorso a Dpcm e atti amministrativi per imporre restrizioni alle libertà personali, ribadendo che eventuali misure straordinarie dovranno essere adottate solo con leggi o atti aventi forza di legge, nel rispetto dei principi costituzionali. Sul punto mi espressi chiaramente (VD QUI) con un servizio, ero basita nel vedere nel mio Paese e vivere nel mio Paese, le più vergognose limitazioni delle libertà personali, in spregio ai principi basilari della nostra costituzione, vi confesso che ero, e sono tuttora, scioccata per aver visto e sentito persone, che oggi occupano ancora posizioni di potere, insultare la nostra costituzione, e nel aver visto polizia e carabinieri impiegati contro il popolo anziché per proteggerlo. Ricordo che si è arrivati a Pordenone, all’ITS Kennedy, al punto di chiamare i carabinieri per prendere e accompagnare all’esterno, un ragazzo, sano, per il solo fatto che non indossava la mascherina. E da un treno a Genova, è stato fatto scendere un anziano di 80 anni, lasciandolo in mezzo ai binari, dove è morto investito da un treno merci, perché non aveva il green pass!!!! Senza parlare degli idranti scatenati contro il popolo che manifestava pacificamente a Trieste e dei cittadini obbligati a tamponi costosissimi, e ricattati per poter lavorare. Una pagina della nostra storia tra le più vergognose.

Un comportamento, quello che abbiamo subito, che ha dimostrato non solo la fragilità dei nostri diritti e della nostra Costituzione, ignorata volutamente, ma soprattutto – e ci tengo a ribadirlo e a sottolinearlo – che proprio coloro che più di tutti si riempiono la bocca di termini quali ‘democrazia’, ‘diritti’ e ‘libertà’, alcuni arrivando perfino a inserirli nel nome del proprio partito, siano stati, e continuino ad essere, i primi a calpestarli in ogni modo.

Il sig. Conte e compagnia (Brunetta, Ronzulli, Speranza, Draghi, solo per citarne alcuni) si sono resi responsabili – e questo rimarrà scritto nella storia per sempre – del più vergognoso affronto alle libertà personali mai attuato nell’era post-fascista.

Ritornando al nuovo piano pandemico , in esso si riconosce l’importanza dei vaccini, ma NON come unico strumento di contrasto, e si sottolinea la necessità di protocolli di cura efficaci e di una comunicazione istituzionale trasparente, senza toni drammatici o discriminatori. Il piano afferma inoltre che le risorse devono essere impiegate in modo equo ed efficiente, evitando carenze che in passato hanno penalizzato la sanità pubblica. Sul punto il ministro alla salute Schillaci a margine della Giornata nazionale del personale sanitario e sociosanitario, ha dichiarato: “Il nuovo piano pandemico nazionale “è stato inviato ieri alle Regioni, adesso lo stanno esaminando e a breve avremo il responso. C’è la copertura economica, prevista in Finanziaria, che prima non c’era. Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini”.

In sostanza, il nuovo piano, e le dichiarazioni del ministro, sanciscono un cambio di approccio rispetto alla gestione della pandemia, e ammettono, almeno tra le righe, che le scelte fatte nel 2020-2022 hanno violato diritti fondamentali, con misure coercitive e limitative della libertà che oggi vengono esplicitamente escluse. AD MAIORA SEMPER

il servizio : https://www.facebook.com/tviltredici/videos/204741341147607?locale=it_IT

Una decisione senza precedenti: il Tribunale del lavoro di Reggio Emilia ha emesso una sentenza che potrebbe avere implicazioni su scala nazionale, aprendo un nuovo fronte nella responsabilità istituzionale per i danni da vaccino. Il caso riguarda un uomo che sostiene di aver subito gravi danni alla salute a causa del vaccino anti-COVID-19 e che ha quindi chiamato direttamente in causa il Ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Il giudice del lavoro, la dott.ssa Elena Vezzosi ha accolto la richiesta. L’udienza è fissata per il 9 settembre 2025.

Se in passato le azioni legali per danni da vaccinazione, come accaduto già negli anni ’90 con i casi di danni da vaccino antipolio, vedevano come imputate le Aziende Sanitarie Locali (ASL), oggi lo sguardo si sposta su chi ha imposto la vaccinazione senza adeguate garanzie per la tutela della salute pubblica. Una scelta che potrebbe costituire un precedente di grande rilevanza giuridica.

Altro caso emblematico è quello di Ferrara, emerso grazie a un articolo del quotidiano La Verità del 7 febbraio scorso, che racconta di un uomo di 75 anni, affetto da sindrome di Guillain-Barré e grave neuropatia a causa della vaccinazione anti-COVID-19, seguito dall’Avv. Andrea Montanari, l’uomo ha citato in giudizio l’ASL locale chiedendo un risarcimento di 350.000 euro, mentre la Commissione Medica Ospedaliera (CMO) di Padova gli aveva riconosciuto un indennizzo bimestrale di 1.700 euro. In sintesi, per chi fatica ancora a comprendere la portata di queste situazioni: a causa di un vaccino imposto, si può rimanere invalidi a vita, perdere la possibilità di lavorare e vivere in autonomia, ricevendo in cambio della propria salute e del proprio sacrificio 850 euro al mese.

Infatti per quanto la legge 210/92 preveda indennizzi per chi subisce danni irreversibili da vaccinazioni obbligatorie, gli importi riconosciuti risultano irrisori, ridicoli anzi,  rispetto alla gravità delle conseguenze. Una cifra che sembra dimostrare la scarsa considerazione per la salute e la vita dei cittadini.

La decisione del giudice di Reggio Emilia di coinvolgere direttamente il Ministero della Salute e l’AIFA potrebbe segnare una svolta storica nella responsabilità istituzionale. Perché  pone l’accento non solo sulla necessità di risarcimenti più equi e adeguati per le vittime, e potrebbe anche essere l’occasione per far riflettere su un tema più ampio: la gestione di una campagna vaccinale condotta senza le dovute cautele, ignorando le differenze biologiche tra i soggetti e le potenziali reazioni avverse. “Perché la salute non può essere una scommessa”, come affermava il dottor Albert Schweitzer, medico, filosofo e musicologo, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1952. “Il rispetto per la vita dovrebbe guidare sempre le scelte della società.” E aggiungo io, la giustizia non può restare sorda di fronte a chi ha pagato il prezzo più alto. Ad Maiora

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Ieri il discorso, oggi i primi atti: quelli che danno una linea, che segnano il cambiamento. E cosa fa Trump? Firma l’ordine per l’uscita degli USA dall’OMS.

Per me un’ottima notizia, ma è la mia opinione, e chi mi conosce, soprattutto chi ha letto e ascoltato le mie interviste e i miei articoli, sa che si tratta di un’opinione basata sui fatti.

Nel frattempo, però, leggiamo nei media che “L’Organizzazione è ‘rammaricata’. ‘Ci auguriamo che gli Stati Uniti ci ripensino’ – fanno sapere da Ginevra – ‘e siamo impazienti di impegnarci in un dialogo costruttivo per mantenere la partnership tra USA e OMS, a beneficio della salute e del benessere di milioni di persone in tutto il mondo”. Si certo, forse qualcuno ci crede ancora ai loro intenti buonisti, chi legge invece ricorda senz’altro che l’Oms perde innanzitutto il primo finanziatore pubblico, 260 milioni di contributi fissi e 698 milioni di contributi volontari. Questi i soldi che gli USA elargivano all’OMS. Il problema però resta, perchè restano al momento, tutti i finanziatori privati ovvero le mille sfumature di Big Pharm e Bill Gates e famiglia…

Ma ritornando alle belle notizie. Avete sentito il discorso? Trump ha detto chiaramente: “Questa settimana reintegrerò tutti i membri delle forze armate che sono stati ingiustamente espulsi per essersi opposti all’obbligo vaccinale contro la Covid, con pieno pagamento arretrato. E firmerò un ordine per impedire che i nostri guerrieri siano sottoposti a teorie politiche radicali e esperimenti sociali durante il servizio. Questo finirà immediatamente. Le nostre forze armate saranno libere di concentrarsi sulla loro unica missione: sconfiggere i nemici dell’America.”

E poco prima aveva detto:

“Questa settimana reintegrerò i dipendenti che sono stati ingiustamente espulsi dalle nostre forze armate per essersi opposti all’obbligo del vaccino contro il Covid, con la piena retribuzione arretrata. E firmerò un ordine esecutivo per impedire che i nostri guerrieri siano sottoposti a teorie politiche radicali ed esperimenti sociali mentre sono in servizio. Tutto questo finirà immediatamente. Le nostre forze armate saranno libere di concentrarsi sulla loro unica missione: sconfiggere i nemici dell’America.”

Insomma, spiegati in due punti gli ultimi cinque anni:

L’emergere di un movimento critico che ha messo in discussione gli obblighi vaccinali, i quali sono stati imposti in modo coercitivo, portando a esclusioni ingiustificate sia nell’ambito militare sia civile. In Italia hanno tolto lo stipendio alle persone oltre che il lavoro e i sindacati sono stati in silenzio.

E poi , la censura da parte dei media mainstream, dei governi e delle piattaforme social. Ovunque è stata soppressa la voce dissidenti, con la cancellazione di account, la manipolazione algoritmica delle informazioni e una crescente intolleranza verso chiunque si opponesse alla narrazione ufficiale, sia riguardo alla pandemia sia in tema di ideologie politiche. Il mio profilo facebook è ancora penalizzato, risulta “non in linea con lo standard della comunità” e i miei post non girano da 4 anni. Mi hanno messo in un recinto in modo che nessuno possa leggere ciò che scrivo,  oltre a cancellare immediatamente contenuti quali interviste e documenti che facevano e fanno emergere  un’altra narrazione. Censurata da facebook, censurata da you tube, censurata ovunque, e non in Cina, non in Russia: In Italia !!!

Quanto accaduto in questi anni è una vergogna per ogni Stato che si definisca democratico, la libertà di opinione e il diritto all’informazione trasparente sono stati violentati per 5 anni e ancora oggi non vedo nessuno che si scusi e ammetta le proprie colpe.

Questi atteggiamenti censori e gli obblighi vaccinali hanno segnato profondamente la società e il dibattito pubblico, polarizzato le opinioni, cosa di cui non c’era proprio bisogno, e creato un divario evidente tra chi sostiene il pensiero unico dominante e chi lotta per la libertà di opinione e per il diritto all’informazione trasparente.

Ciò premesso potrete comprendermi – e magari perdonarmi – se, vedendo Zuckerberg vestito a festa accanto alla moglie su Facebook, con tanto di didascalia “Optimistic and celebrating  — a Washington, Stati Uniti d’America,” mi è venuto da pensare: “Ha davvero la faccia come il culo.” Non è elegante, lo ammetto.

Sono comunque certa che assisteremo a numerosi e repentini cambi di opinione nei prossimi tempi. La dignità e l’onestà… queste  sconosciute.

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Il farmaco Veoza* (fezolinetant), indicato per il trattamento dei sintomi vasomotori (VMS), da moderati a gravi, associati alla menopausa”, usato per alleviarne i sintomi più comuni tra cui le vampate di calore, può causare un “grave danno epatico”.

A fronte di ciò Aifa avverte: “Prima dell’inizio del trattamento con fezolinetant è necessario eseguire test di funzionalità epatica (Lft). Il trattamento con fezolinetant non deve essere iniziato se i livelli sierici di alanina aminotransferasi (Alt) o di aspartato aminotransferasi (Ast) sono ≥ 2x Uln o se i livelli di bilirubina totale sono ≥ 2x Uln.” Questo è quanto ha scritto L’Agenzia italiana del farmaco in una nota concordata con le autorità regolatorie europee nella quale fornisce anche le nuove raccomandazioni per il monitoraggio della funzionalità epatica prima e durante il trattamento. Questa la notizia.

Ora la riflessione: come è possibile che un farmaco approvato da appena un anno ( ha ottenuto l’AIC il 31 gennaio 2024) riveli effetti collaterali così gravi? Non è che vi sono possibili e/o molto probabili lacune nei protocolli di sperimentazione o nei criteri di monitoraggio post-marketing?

Sottolineo che il farmaco ha ottenuto l’autorizzazione ad essere somministrato alle donne anche a fronte di moderati sintomi, e si accorgono solo ora che può produrre reazioni epatiche gravi. E non leggo nemmeno nella nota Aifa, datata 13.01.25, il divieto di somministrare il farmaco a fronte di moderati sintomi, è mai possibile?

Alla luce di questa vicenda, mi chiedo ancora:

  1. Quali protocolli vengono seguiti durante le fasi di sperimentazione? Sono sufficienti per valutare in modo esaustivo i rischi?
  2. Esistono garanzie contro i conflitti di interesse, considerando che molti studi sono finanziati dalle aziende farmaceutiche? Chi controlla che gli studi siano condotti con imparzialità?
  3. Come è possibile che effetti avversi così gravi emergano solo e sempre dopo la commercializzazione dei farmaci?
  4. E soprattutto, le grandi aziende farmaceutiche sono guidate dalla responsabilità verso i pazienti o l’obiettivo principale è il profitto?

Posto che anche nel caso del Veoza i gravi danni epatici sono stai scoperti a 11 mesi dalla messa in commercio del farmaco, non è il caso di iniziare ad usare criteri di prudenza seri e diretti a proteggere la salute di noi cittadini? La sicurezza dei farmaci non può essere un compromesso a favore del profitto.

Aggiungo solo che il prodotto in questione, il “Veoza”, è messo in commercio dalla Astellas Pharma, che ci tiene talmente tanto alla salute delle persone e alla trasparenza, che sul proprio sito, ad oggi 15 gennaio 2025, dopo 2 giorni dall’allarme lanciato da Ema e Aifa, non ha minimamente fatto cenno alla pericolosità del suo farmaco. L’azienda ha la responsabilità morale di informare tempestivamente il pubblico e di adottare misure correttive. Ignorare questi obblighi mina la fiducia dei pazienti e della società.” Ad Maiora

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Il suo vero nome era Vangelija Pandeva Dimitrova, nata nel 1911 in Bulgaria, Baba Vanga  perse la vista da ragazza. Si narra, che un tornado la trascinò e scaraventò in un campo, la trovarono in fin di vita e con gli occhi pieni di terra. Da  allora nonostante le cure, perse la vista lentamente, acquisendo al contempo, però, così dicono, la capacità di vedere là dove nessuno poteva: nel futuro.

A suo dire erano degli esseri invisibili, extraterrestri, a farle vedere oltre il tempo. Diceva che la vita di ognuno le veniva mostrata come un film, con un inizio e una fine già definiti e lei poteva solo vedere come andava la storia, senza poter in nessun modo intervenire per modificarla. Fatto sta che le previsioni che Baba Vanga ci ha lasciato, in alcuni casi, checche ne dica il Cicap, hanno una precisione inquietante. In una conversazione con lo scrittore Rangel Ignatov del 1968, profetizzò ad esempio : “La Cecoslovacchia si dividerà in due parti. Tutto avverrà pacificamente e senza spargimento di sangue”. Delle Torri Gemelle, disse “Due uccelli d’acciaio si schianteranno sugli americani.” Poi per lo tsunami del 2004, un “grande muro d’acqua inghiottirà tutto”. Fin qui, non mi pare ci sia molto spazio per equivoci.

Poi ci sono previsioni più vaghe. A Krasimira Stoyanova nel 1981, la veggente disse: “L’Umanità affronterà molti cataclismi e eventi turbolenti. Ci saranno tempi difficili e la gente sarà divisa in gruppi a seconda della propria fede. Gli antichi maestri torneranno sulla terra. Ma non avverrà subito, la Siria non è ancora collassata.” Ora, se è vero che la prima parte della profezia è generica e vaga, è anche vero però che la Siria l’otto dicembre scorso è crollata… Quindi, prima di affrettarci ad accantonare la visione, stiamo a vedere che succede. Un’altra predizione, poi, che le è stata attribuita è quella secondo la quale nel 2025 tutti gli esseri umani avrebbero avuto il dono della telepatia. Ora, prima di catalogare anche questa affermazione come pura fantasticheria, è bene ricordare che pur non essendoci al momento alcun segno di tanto progresso nel genere umano, questa previsione potrebbe avere comunque un senso. Chi di voi ricorda “Telepathy”, il progetto di Neuralink, la società di Elon Musk? Nel 2024, se fate mente locale, gli scienziati che lavorano per Musk sono riusciti ad installare un chip cerebrale in un paziente con deficit motorio. Dopo un anno dite che Musk ne abbia già messo in produzione una versione avanzata, destinata a tutti? E da quest’anno, insieme al cellulare, il cavo della ricarica e le cuffiette ci sarà in regalo pure il chip “Telepathy”? In tal caso la prevedo io una catastrofe, altro che terza guerra mondiale: riuscite ad immaginare cosa potrebbe accadere se tutti avessero la possibilità di leggere nella mente altrui o di muovere cose a distanza? Matrimoni, società, partiti politici, amicizie, tutto ciò che in queste istituzioni resta nell’ombra grazie ai nostri limiti percettivi, diventerebbe improvvisamente visibile a tutti. I francesi direbbero quelle catastrophe!”

Ma tornando a noi e alle previsioni di Baba Vanga, quante sono state fallaci?

Secondo la rivista Today “non poche” sono le “profezie mai avverate, oltre a definire senza mezzi termini “baggianate” le parole della veggente e il Cicap sarebbe d’accordo “a prescindere” come diceva Totò. Ad esempio leggiamo sempre su Today, “secondo Baba Vanga, nel 2024 la terra avrebbe dovuto essere colpita da una forte tempesta solare e si sarebbe dovuta verificare l’esplosione di una centrale nucleare. “Per fortuna, non sono mai avvenuti” scrive Today.  Mai avvenute, davvero? A me risulta che nel 2024, per quanto non esplosa, la centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina abbia subito diversi attacchi e bombardamenti che hanno causato danni e incendi, e nell’aprile dello stesso anno in particolare, tre attacchi diretti hanno danneggiato le strutture di contenimento di un reattore della centrale, tre i morti, e ancora, nell’agosto, un incendio è scoppiato nella torre di raffreddamento della centrale che è stato spento senza impatti per fortuna sulla sicurezza nucleare. Quanto alle tempeste solari nel 2024, abbiamo assistito a un aumento significativo dell’attività solare, con diverse tempeste solari di rilievo due addirittura di particolare rilievo al punto da suscitare inquietudine per le possibili conseguenze: quella del 10 maggio, classificata come la seconda più potente del XXI secolo e una delle dieci più intense da quando si registrano questi fenomeni e quella di ottobre, quando “il Sole ha raggiunto il culmine del suo ciclo di attività di 11 anni, noto come massimo solare”. Queste tempeste hanno provocato anche il fenomeno delle aurore che abbiamo ammirato eccezionalmente anche in Italia.

Quindi forse le parole della veggente non meritano tutto il disprezzo che alcuni manifestano, anzi, tra l’altro va anche sottolineato che nel web circolano tante profezie che la donna non ha mai fatto. Per sapere cosa ha veramente detto bisogna attenersi alle fonti ufficiali: i libri della nipote Krasimira Stoyanova e gli archivi delle testimonianze che si trovano a Rupite paese in cui ha vissuto Vanga. Altro dato da considerare, per meglio comprendere la figura di questa donna, è che mentre indovini e veggenti erano perseguitati dalle istituzioni, lei non solo non è stata perseguitata ma alti funzionari di governo Bulgaro e Russo andavano da lei per sapere cosa sarebbe successo. Come mai le davano fiducia? Tutti folli? Prima che rispondiate vi invito a considerare un altro argomento, affinché possiate fare dei raffronti, quello delle previsioni dei climatologi professionisti. Potrete farvene un’idea nel sito del giornalista Nicola Porro, dove Daniele di Pietro ha pubblicato un pezzo in cui ha riepilogato, partendo dagli anni settanta, 36 illustri previsioni fatte sino ad oggi dagli scienziati e… totalmente errate. Qui di seguito ve ne riporto alcune:

  • Maggio 1972: Bernt Balchen, esperto polare, dichiarò che l’Oceano Artico sarebbe stato privo di ghiaccio entro il 2000. (The Tuscaloosa News)
  • 18 settembre 1995: Il New York Times riportò che il riscaldamento globale avrebbe fatto scomparire le maggiori spiagge della costa orientale degli Stati Uniti entro 25 anni.
  • Giugno 2017: Secondo il Glacier National Park in Montana, i ghiacciai alpini sarebbero scomparsi entro il 2020. Mi pare che nonostante il riscaldamento globale, e 5 anni in più, molti ghiacciai siano ancora lì.

Ebbene, se queste sono le previsioni degli esperti, ben possono essere affiancate alle profezie di Baba Vanga, ma permettetemi un paio di considerazioni personali: primo, la veggente forse ne ha “azzeccate” molte di più e secondo, mi pare sia stata anche più umile: mi risulta infatti non abbia mai avuto la presunzione di definirsi  “scienziata”.

Ad Maiora!

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