“Sale d’attesa, sale l’attesa,
il tempo si congela
la morte
scivola addosso
giace a terra come
una veste sporca
Resta nuda
la vita
è luce pura,
Sale d’attesa
Sale l’attesa
E’ la Vita Improvvisa.
Al diavolo
La resa.”
Marianna Maior
La Poesia è stata la mia porta d’accesso alla sinestesia. In essa infatti suono, colore e odore sprigionano dallo stesso segno simultaneamente.
Quando parlo di sinestesia in poesia, non mi riferisco quasi mai alla figura retorica usata dai poeti, cioè a quell’accostamento voluto di termini che si riferiscono a mondi sensoriali differenti, il famoso “pianto di stelle” di Pascoli per intenderci.
Per me la poesia stessa mette in atto una forma di lettura sinestesica.
La presenza del ritmo, la particolare cadenza dei versi, insieme alle parole, alla loro forma e al loro significato attivano simultaneamente sistemi percettivi differenti: l’udito e la vista. Musica e parole insieme sono già una forma di sinestesia.
“Sale d’attesa, sale l’attesa,
il tempo si congela
la morte
scivola addosso
giace a terra come
una veste sporca
Resta nuda
la vita
è luce pura,
Sale d’attesa
Sale l’attesa
E’ la Vita Improvvisa.
Al diavolo
La resa.”
Marianna Maior
In pochi di voi conoscono la mia vena diciamo mistica, chiamiamola così. In effetti sono da sempre attratta dal mistero, dalle cose invisibili agli occhi ( a volte visibilissime anche a quelli) e ho iniziato ormai potrei dire 40 anni fa la mia ricerca personale. Posto che è una parte di me molto importante ho deciso ( anzi ha deciso lei) di parlarne di tanto in tanto…
曆E inizio con questa immagine.
Un fiore stupendo, si chiama Trichosantes cucumerina. E’ meraviglioso, bello da vedere, e insolito con il suo merletto e per questo l’ho scelto, e poi permette di parlare del numero 5.
Questa cifra rappresenta l’unione del divino con il terreno. In natura è presente in molte specie fiori, frutti, verdura etc La prima volta che questo numero mi ha stregato è stato quando ho tagliato una mela a metà per il diametro diciamo … Fatelo anche voi e poi guardate.. rimarrete a bocca aperta… Almeno a me è accaduto così..
Nel corpo umano poi abbiamo le 5 dita che permettono di prendere e lasciare, di creare e distruggere.
In musica cinque sono i toni della scala musicale: Do-Re, Re-Mi, Fa-Sol, Sol-La, La-Si e il cinque interviene come denominatore nella determinazione delle note nella scala temperata. E non posso non ricordare la magica quinta musicale di cui parla 慄♂️Gustavo Rol 慄♂️legata a frequenze cromatiche e termiche precise
♦️E poi guarda caso nei tarocchi la quinta carta è il papa che simbolicamente è un ponte, unisce potere temporale a quello spirituale. E adesso la parte utile per il presente, il cinque energeticamente spinge alla ricerca della libertà, e quindi ad osare e stimola a pensare. Tutte cose di cui abbiamo bisogno oggi.
Per contro se non si è saldi in se stessi, centrati, disarmonici diciamo, il desiderio di libertà può portare a fare passi falsi, a scambiare la libertà con l’egoismo e l’egocentrismo, l’individualismo. A scambiare la libertà con una forza che divide, allontana. Nel suo aspetto negativo infatti l’energia del 5 rimanda proprio al diavolo (dal greco διάβολος diabàllo) che significa separare, dividere e in senso metaforico, calunniare. Ecco perché il diavolo è rappresentato proprio da una stella a cinque punte.
Una mia poesia vecchia, molto vecchia , scritta quindi in tempi non sospetti…. ma che oggi non potrei leggere in nessuno luogo!! Verrebbe persino #DeLuca il governatore della Campania con il lancia fiamme, come peraltro ha davvero minacciato di fare a chi voleva fare un festa per festeggiare la laurea , giustamente aggiungo
In biblioteca
(istituto giuridico Cattolica Milano)
Mensole ingobbite dai libri di diritto
impolverati
mi isolano insieme a tanti estranei,
In questa stanza affollata da pensieri disordinati
davanti a occhi puntati
nel vuoto
di ragazzi
distratti,
sospiro.
Sospiro annoiata leggendo quei fogli davanti
ai miei occhi,
rigati di un inchiostro
che vuol tracciare i binari
alla vita.
Seguendo quelle righe senza rima
di testi vecchi senza progresso
attraverso nel presente
la coscienza inerte
dello stato delle cose.
col dito annoiata tolgo la polvere da un libro sdraiato
ehccccciiuuu!!!!!!
l’allergia si sveglia
tutti gli sguardi mi colpiscono.
Un filo di perle
nere come il kajal per
coronare lo sguardo
fisso verso
una schermo senza risposte
che sa solo
rimandare alle domande
infilate una a una
nel filare narcisitico
di questo tempo.
Ore davanti ad un asse da stiro
che probabilmente saprei usare
con più agilità come tavola da surf
se lo stesso tempo l’avessi passato
ad allenarmi sulle onde, anziché passarlo a fissare la mia mano,
spostare il ferro, e le pieghe,
da un lato,
all’altro.
E se dicessi che amo l’organo riproduttivo delle angiosperme?
lo dico!
E se dicessi che ne amo
sia i gametofiti maschili
tanto quanto quelli femminili, se non più?
Ebbene lo dico!
Perché e’ così.
E lo amo anche se è finto,
se non altro perché mi fa spezzare
il grigiore…di un cappotto.
“SCIA di un’onda abbandonata nel mare
BO-lle d’aria salata che
R-itornano vorticosamente a galla dove
DIO come una montagna le attende.
Inerte.”
Sguardo imbrigliato in un ricordo lontano illuminato nel presente dalla luce di un tramonto scontato. Labbra serrate Strette le une sulle altre, Tra le dita il suono di parole dipinte di nero su un foglio sordo al dolore dell’abbandono. Marianna Maior
Vola il tempo
dal big bang
si espande lo spazio
sfreccia il tempo.
Cavallo bianco al galoppo
che va avanti
Polverizzando le carni
nel frattempo.
E’ la forza del tempo
del big bang
che gli ha impresso il senso.
Esplodendo in un momento.
Fermalo ora
ferma il tempo
lo puoi fare
Scendendo da esso.
Abbandona la bestia
Lascia che fugga
Impazzita
nell’eterno universo.
Taglio l’erba, solitamente il sabato
mercoledì già sbucano da più parti fiorellini e ciuffi alti.
Sabato quindi la ritaglio.
Ma mercoledì è più fitta e gruppetti di fiori sfacciati sbucano ovunque.
Arriva di nuovo sabato. L’erba è di nuovo alta, quindi la ritaglio.
Mercoledì il prato è, ancora, di nuovo,
pieno di fiori e ciuffi alti e fieri ovunque
Sabato la ritaglio…
Mercoledì: la natura è emblema di tenacia, niente la fermerà mai,
la sua funzione è la vita, sempre e comunque,
nonostante noi.
agosto 2016