“Quello in Ucraina è un conflitto che passando dagli idrocarburi sta costruendo un nuovo ordine mondiale e che come tutti i conflitti lascia sul terreno anche vittime del fuoco amico. Ci sono paesi, come l’Italia, che ci rimettono moltissimo a causa delle sanzioni, decise a tavoli in cui siedono anche Paesi come Usa e Norvegia che invece da certe strategie hanno solo da guadagnare. Quando in sede Nato si è deciso di percorrere la strada delle sanzioni al tavolo c’erano Paesi molto diversi, qualcuno, come gli Usa e la Norvegia, da certe strategie ha solo da guadagnare, altri ci rimettono moltissimo.”
E ancora “Quello che accade oggi era prevedibile, come avrebbe potuto reagire la Russia di fronte a sanzioni pesantissime, se non ricattandoci sul gas?”.
La soluzione per Scaroni è far sì che il peso del conflitto ricada su tutti nella stessa misura: “Le posizioni del G7 dovrebbero essere mitigate con forme di compensazione, scambi, aiuti, solidarietà. E mi chiedo dove ci proponiamo di arrivare con questa escalation di sanzioni. Quali risultati vogliamo ottenere dalla Russia? Per ora temo solo che stiamo aumentando il livello dello scontro. Il G7 va avanti sul price cap sul petrolio. Ormai è guerra economica totale e da Mosca è arrivata la prima reazione. Il fermo totale di Nord Stream rischia di creare problemi anche se abbiamo gli stoccaggi pieni per oltre l’80%, “anche se per Italia e Austria c’è qualche difficoltà in meno rispetto alla Germania. Di solito Gazprom quello che dice fa. Credo che la non ripartenza sia dovuta alle ultime dichiarazioni europee sul tetto al prezzo del gas”.
Le dichiarazioni di Scaroni qui riportate provengono da un’intervista rilasciata dallo stesso a Il sole 24 ore.