ps. Stefano Puzzer vs Stato 2-1
Il 19 luglio scorso il giudice Paolo Ancora del Tribunale del Lavoro di Trieste ha respinto il ricorso che l’avvocato Mirta Samengo ha redatto in difesa di Stefano Puzzer, l’ex portuale che si è battuto contro il green pass, sino ad essere licenziato dall’Agenzia del Lavoro Portuale il 16 aprile 2022, proprio per non averlo voluto usare. E’ solo il primo grado ben inteso, la giustizia ne prevede altri due e può quindi ancora tutto cambiare.
Ma intanto, in questa intervista casalinga, nel senso di “fatta in casa” , con Stefano Puzzer commentiamo l’esito del ricorso ma cerchiamo anche di capire cosa sta accadendo in questo strano mondo. Di sicuro c’è il fatto che stiamo vivendo tempi difficili, in cui il famoso “Stato di Diritto” è ormai evidente, è stato violentato ferocemente proprio dallo “Stato”: i giudici chinano il capo alla politica e soprattutto hanno “dimenticato” i principi fondamentali della carta costituzionale, i politici sono sempre meno interessati al benessere del popolo ( lo saranno mai stati poi?) e comunque sono sempre più ingordi di ruoli e denaro, poi tra informazione e propaganda non c’è quasi più distinzione , salvo qualche caso rarissimo. E poi c’è il popolo, ci siamo noi, sempre più pigri, sempre meno cittadini. Sempre meno attenti, che non facciamo più domande e tanto meno pretendiamo delle risposte, e comunque sempre meno disposti a perdere quel poco che abbiamo per far valere il tanto che invece ci appartiene , che ci è stato tolto, sfilato dalla mano di un “mariulo”, sì, ma istituzionalizzato.
Stefano Puzzer in questa intervista parla sempre con il suo modo pacato e diretto, con la sua semplicità con la quale è riuscito a far tremare il potere al punto che questo ha dovuto mostrarsi per quello che è, reagendo con la violenza. Nelle piazze di cittadini che manifestavano pacificamente, lo Stato ( la Polizia per lui), è stato violento e ha violentato davanti a tutte le telecamere la libertà di manifestazione del pensiero. Quel 15 ottobre 2021 allo Stato è caduta la maschera, così come è caduta una seconda volta, il 15 dicembre 2021 a Pordenone quando gli è stato inflitto il daspo, poi revocato con una sentenza magistrale, e poi una terza, a Roma per l’altro Daspo. Tutti episodi che hanno permesso di spogliare lo Stato, mostrandocene il vero volto. Stefano Puzzer , i portuali e il dissenso che sono riusciti ad unire, hanno segnato una linea nella storia italiana che ancora in molti non capiscono, ma, vi garantisco sarà proprio da quella linea che ripartirà un futuro migliore per la nostra Italia.
Adesso vi lascio all’intervista all’ uomo che non si è arreso, e che non si arrende, a un uomo che ci sta ricordando il valore della vita, della libertà, e della giustizia.
Vi lascio all’intervista con Stefano Puzzer
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Grazie per la segnalazione.
Non ci sono parole….è talmente tutto anticostituzionale ….questi esseri che non meritano di essere chiamati umani un giorno pagheranno,spero che quel giorno non sia troppo lontano
Perché? Perché? Perché!!!! che ci azzecca si dirà a quanto segue: Perché in Afganistan le persone, le donne, muoiono letteralmente di fame, senza che nessuno possa concretamente intervenire. Ogni Intervento sarebbe Incamerato rinforzando di fatto le belve talebane, maaaah non si dice!!!… morire per morire Perché nessuno si ribella? Perché in Corea del nord, il popolo sta letteralmente morendo di fame e nessuno si ribella? Tutti sanno che se lo stomaco è vuoto prima o poi si mangeranno tra loro, ma siamo impotenti a tutto ciò e morire per morire nessuno si ribella. Potre continuare così quasi all’infinito. Ed ecco perché noi, tutti noi non ci siamo ribellati e perché nessuno in parlamento ecc. Ecc. Ha mai chiesto e chiederà nei confronti del potere di dimettersi. Sapendo che il capo supremo della repubblica è responsabile, e i galoppini tipo draghi che ci catechizzarono così, ( non vi vaccinate? Morirete!!!) Eppure, morire per morire nemmeno noi cisiamo ribellati. Che ci volete fare noi pecore siamo così. (Vogliamo morire in pace) non disturbateci con le vostre domande.