Profilo genetico cure mirate e meno effetti collaterali : arriva un altro studio di quelli belli – belli, quelli che fanno dire “ah la scienza che meraviglia!”, peccato che questi studi, poi li dobbiamo leggere alla luce della storia recente e sinceramente fanno un po’ incazzare. Perché? Perché, che ogni persona sia un mondo a sé soprattutto dal punto di vista della salute lo sappiamo da anni e pure la scienza lo sa, come questo studio prodigioso pubblicato niente po’ po’ di meno che su Lancet testimonia.
Peccato però che poi succedano cose misteriose tipo: arrivano i sieri a mRNA, mai testati sull’uomo, etc etc (non fatemi ripetere cose ormai note e stranote.. ) e, stavo dicendo, d’improvviso tutte queste conoscenze avvalorate da dati e studi andranno a farsi letteralmente fottere, pardon mi è scappato, volevo dire, che misteriosamente, le caratteristiche genetiche dei singoli non varranno più un cavolo, qualunque malattia o patologia tu abbia, o qualunque inclinazione genetica verso una patologia etc etc tu abbia, non temere perché non avrà alcuna incidenza rispetto all’inoculazione miracolosa. Se sei affetto da miocarditi e pericarditi poi o se il tuo bagaglio genetico dice che sei incline a questo problema, o ha problemi neurologici etc etc, non ti preoccupare perché d’improvviso non conterà più niente. Tutte queste magnifiche considerazioni varranno zero, anzi no, ti diranno che “meno per meno fa più” quindi, quindi seppur sia prendiamo ad esempio le miocarditi, una delle reazioni avverse al vaccino più comune, se già ce l’hai, o è nel tuo corredo genetico come potenzialità ma che te frega, già ce l’hai, o ce l’avrai comunque no? Se ti deve venire ti viene, lo dice il karma, no!?
Adesso leggete pure uno dei tanti studi che a fronte dei soldi e dell’incapacità di chi ci governa verrà cestinato non appena gli interessi superano i benefici ah pardon per il pubblico è i benefici superano i rischi
“Lancet pubblica studio di 7 Paesi, 7mila pazienti. Ideato a Aviano”
Garantire a ogni paziente il farmaco corretto in base a specifiche caratteristiche genetiche per evitare effetti collaterali. In altre parole grazie alle peculiarità genetiche di un paziente si può personalizzare una terapia accrescendone la validità clinica. E’ una sfida del futuro, ma intanto questo principio è stato dimostrato da uno studio, pubblicato oggi sulla rivista scientifica The Lancet, al quale hanno partecipato circa 7000 pazienti nei contesti sanitari di sette Paesi dell’Unione europea. Tra questi, il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone) che, con il supporto di Oncologia medica e Radioterapia oncologica, ha trattato 1.232 pazienti con la collaborazione degli Ospedali Ca’ Foncello (Treviso) e S.Filippo Neri (Roma). Mappato il DNA di ogni paziente, i ricercatori hanno esaminato 12 geni coinvolti nelle reazioni avverse ai farmaci, dimostrando che 50 tipi di varianti germinali (polimorfismi) influiscono sul funzionamento dei 39 farmaci selezionati. I risultati dello studio hanno rilevato che i pazienti a cui è stata prescritta una terapia basata sul profilo costitutivo di geni hanno manifestato una significativa riduzione di effetti collaterali gravi rispetto ai pazienti a cui era stata prescritta una dose farmaceutica standard. Lo studio è stato ideato proprio ad Aviano (Pordenone). Da profilo genetico cure mirate e meno effetti collaterali (2) L’obiettivo del progetto è garantire a ogni cittadino europeo il farmaco corretto per evitare l’insorgenza di eventi tossici avversi, in base a specifiche caratteristiche genetiche. Finanziato dal programma Horizon 2020, il progetto – “PREemptive Pharmacogenomic testing for Preventing Adverse drug Reactions (PREPARE) study” – è stato coordinato da Henk-Jan Guchelaar del Leiden University Medical Center (LUMC) è stato ideato proprio ad Aviano durante un convegno organizzato da Giuseppe Toffoli, responsabile della Farmacologia Sperimentale e Clinica del CRO. Lo studio aveva l’obiettivo di stabilire il ruolo della farmacogenetica nel prevenire gli effetti tossici dei farmaci in oncologia e, nello specifico, di stabilire il ruolo di varianti genetiche a carico di due geni: diidropirimidina deidrogenasi (DYPD) e uridina-difosfato glucuronosiltransferasi (UGT). Si tratta del più vasto studio clinico prospettico randomizzato di farmacogenetica mai realizzato per la prevenzione delle reazioni avverse che dimostra come le caratteristiche costitutive dei geni siano diverse per ogni paziente e comportino diversi effetti collaterali. La scelta del farmaco e la personalizzazione del dosaggio, basato su linee guida internazionali di farmacogenetica, può ridurre in modo significativo gli eventi avversi facendo inoltre sentire i pazienti attivamente coinvolti nella fase di trattamento. Toffoli ha sottolineato la “ventennale esperienza maturata nello studio delle varianti genetiche, responsabili delle reazioni avverse ai far maci” del settore da lui diretto. Al lavoro hanno partecipato Erika Cecchin, afferente alla Farmacologia Sperimentale e Clinica e coordinatrice delle attività dello studio di farmacogenetica, e le ricercatrici Rossana Roncato (che si è occupata degli aspetti di implementazione e farmacoeconomia) e Alessia Bignucolo (che ha partecipato all’arruolamento dei pazienti ed eseguito i test molecolari). (ANSA).
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