Il 30 giugno è stato pubblicato su Microorganisms, rivista biomedica di prima fascia (indicizzata, su PubMed e Medline, Impact Factor 7,5), un articolo fondamentale a firma Alessandria, Malatesta, Donzelli, Berrino perchè fa fare un importante passo avanti verso la verità rispetto ai vaccini cd anticovid. Il lavoro – rifiutato da E&P cui era stato inviato in prima istanza nonostante parere favorevole dei revisori – ha trovato comunque ancora più degna pubblicazione.
Lo studio rianalizza i dati della mortalità complessiva in provincia di Pescara pubblicati da Rosso e altri, distinti fra vaccinati e non vaccinati COVID. Risultato , dopo aver corretto errori metodologici significativi dello studio di Rosso, è risultato che non solo che non vi e’ alcuna riduzione della mortalità per i vaccinati ma anzi, per quelli con 1 e 2 dosi il rischio di morte è superiore rispetto al lavoro originale, e per quelli con 2 o 3 dosi vi è una significativa perdita di speranza di vita che, rapportata all’intera durata media della vita, può essere stimata attorno a qualche mese. Il lavoro è importante- dicono i membri del Commissione tecnico scientifica indipendente – “perché (di)mostra al meglio delle attuali possibilità che le vaccinazioni antiSARS-CoV-2, ribattezzate antiCOVID-19 da quando è diventato notorio che non proteggano dall’infezione, non hanno protetto neppure dalla mortalità totale, anzi” e ancora specificano “ Questo è stato possibile in quanto lo studio:
- ha utilizzato dati di mortalità totale suddivisi per stato vaccinale (in poche parti del mondo i dati sono stati presentati in questo modo fondamentale: l’esempio più noto sono i dati ONS per l’Inghilterra, che arrivano con il follow-up fino a maggio 2023, ma dopo hanno [scandalosamente] interrotto le pubblicazioni…!)
- ha corretto o per l’Immortal-time bias, che affligge gran parte degli studi osservazionali di questo tipo
- ha corretto anche per il Confounding by indication bias al meglio delle informazioni attualmente disponibili nel dataset relativo, grazie a un’analisi multivariata che ha tenuto conto delle patologie individualmente presenti prima della morte.”
Scienziati di rilievo mondiale come il matematico e Professore di Rischio Norman Fenton e lo statistico bayesiano Prof. Martin Neil (della Queen Mary University di Londra) avevano già espresso un forte appoggio a questa ricerca quando era comparsa in preprint sul repository di Epidemiologia e Prevenzione (dov’è tuttora pubblicata nella versione non migliorata con i suggerimenti e rilievi dei revisori). Adesso sono subito tornati a congratularsi sul loro celebre Where are the Numbers? Update: Italian study showing a reduction in life expectancy with increased covid vaccination has been published (substack.com).
Urge ricordare inoltre che in ogni caso i dati utilizzati si riferiscono solo al numero di persone morte nei 14 giorni successivi alla vaccinazione mentre il vaccino ben potrebbe aver causato e causare effetti anche nei giorni successivi.
“Per concludere”, scrive il CTSI “come già osservato da Fenton e Neil nel precedente commento “this is clearly the best quality study we have available on Covid-19 vaccination to date”. È un passo avanti potenzialmente decisivo per ristabilire una verità ostinatamente negata e censurata. Difendiamo, diffondiamo e rilanciamo.” Ad Maiora