Era quasi mezzanotte e non riuscivo a dormire. Avevo letto un articolo in cui un componente del Partito Democratico, che ha l’onore di avere un posto nel Consiglio regionale del FVG, ha attaccato la decisione dell’amministrazione comunale di Pordenone per aver deciso di conferire un premio alla Prof. Antonella Riem, dalle parole del consigliere si evince che la prof.ssa Riem non sarebbe degna del premio, ma sapete perchè? Mica perchè le manchino i titoli, niente affatto, il problema non è il merito professionale, bensì il fatto che avrebbe esercitato il diritto di esprimere la sua opinione in merito al green pass l’anno scorso firmando, un documento insieme ad altri 17 docenti, nel quale contestava la legittimità del green pass.

Per rinfrescare la memoria e sottolineare che non è tutto nero o bianco, la rivista The Lancet ricordo che ha pubblicato studi all’inizio di quest’anno, nei quali si evidenzia che non vi è “nessuna differenza sui contagi tra vaccinati e non vaccinati”, e vi sono inoltre molti altri articoli che contestano la validità del green pass per contenere la pandemia, senza considerare poi le varianti che hanno bucato i vaccini almeno già da un anno. Ma il punto non è questo. Non mi interessa entrare in queste argomentazioni adesso. Il punto è un altro e per certi versi anche più pericoloso, ovvero la criminalizzazione del dissenso. E mi colpisce molto il fatto che provenga proprio dal Partito Democratico, che dovrebbe difendere per definizione la libertà di espressione tout court.

E’ QUANTO E’ EMERSO DA UN DOCUMENTO DEPOSITATO ALL’ORDINE DEI FARMACISTI DI TORINO. NE HO PARLATO CON UNO DEGLI AUTORI , IL DOTT. FABIO LA FALCE

qui l’intervista

Per saperne di più

Abbiamo iniziato a sentire parlare di lui il 15 dicembre 2021 quando si è autosospeso non appena gli è scaduto il green pass perché non ha voluto sottoporsi alla terza dose di vaccino (perché? lo dice nell’intervista).

Lo stesso giorno con un gruppo di infermiere, operatori socio sanitari e tecnici di laboratorio, alcuni non vaccinati tout court, alcuni vaccinati con green pass scaduto, una trentina in tutto, accompagnati da un avvocato, dopo aver fatto il tampone di rito, hanno chiesto al direttore generale dell’ospedale di Pordenone di allora, Joseph Polimeni, un incontro per avere risposte in merito a un fatto strano che ancora oggi sta perdurando, ovvero sanitari senza alcun vaccinazione continuano a lavorare in violazione all’obbligo previsto per legge, mentre altri sono stati sospesi. Ricordo che sospeso vuol dire non poter lavorare e non percepire più lo stipendio. Ergo quale la ratio di tale discriminazione? In base a cosa, i dirigenti dell’Ospedale di Pordenone (ma la cosa riguarda molti ospedali) hanno scelto chi sospendere e lasciare senza stipendio e chi no? Io ero presente e non vi dico lo spiegamento di forze dell’ordine per fronteggiare il gruppetto, c’erano quasi più agenti che persone, imbarazzante… ma lasciamo stare e arriviamo al dunque.

Il 24 maggio a Torino si è tenuta l’assemblea dell’ordine dei farmacisti e un gruppo di circa 60 di loro, iscritti a quell’ordine ha chiesto di poter parlare per dare voce alle loro preoccupazioni. Il portavoce del gruppo di farmacisti è stato il dott. Fabio La Falce che ha parlato di appropriatezza prescrittiva (qui il video). Partendo dall’art. 4 della legge 44/21 relativo all’obbligo vaccinale per i sanitari, per 20 minuti, ne ha demolito tutti i presupposti, arrivando a conclusioni che se fossero confermate da un giudice sarebbero agghiaccianti per medici, farmacisti e infermieri vaccinatori e non solo. Vi lascio all’intervista. Ad maiora semper. marianna maior (riproduzione riservata©)