
Un’improvvisa lettera anonima al Consiglio di amministrazione del World Economic Forum (WEF) ha innescato un’inchiesta interna sul suo fondatore, Klaus Schwab, accusato di cattiva condotta finanziaria ed etica. L’87enne Schwab si è dimesso con effetto immediato il 20 aprile: «Con l’ingresso nel mio 88esimo anno, ho deciso di dimettermi dalla carica di presidente e di membro del Consiglio di amministrazione, con effetto immediato», si legge nella dichiarazione diffusa dal Forum. L’incarico di presidenza ad interim è stato quindi affidato all’ex CEO di Nestlé, Peter Brabeck-Letmathe. Le accuse — tutte ancora da confermare — sono state comunque respinte con decisione dallo stesso Schwab, che ha annunciato azioni legali contro l’autore della missiva e i suoi diffusori.
Il 22 aprile, il WEF ha confermato di aver avviato un’inchiesta «indipendente», dopo la ricezione della lettera che denunciava presunti illeciti nella gestione delle finanze del Forum da parte di Schwab e della moglie Hilde. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e rilanciato da Reuters, le accuse riguarderebbero la richiesta ai dipendenti di prelevare migliaia di dollari in contanti per pagare massaggi privati in camera d’albergo. Hilde Schwab, invece, avrebbe organizzato riunioni fittizie, finanziate dal WEF, per giustificare viaggi di piacere a spese dell’organizzazione.
Durante un meeting straordinario tenutosi il 20 aprile, il Consiglio di amministrazione ha votato all’unanimità l’avvio dell’indagine, avvalendosi di consulenti legali esterni e ribadendo l’impegno a rispettare le responsabilità fiduciaria del Forum.
Fonti interne parlano di un clima sempre più teso sulla governance dell’organizzazione, già in passato oggetto di denunce per ambiente di lavoro tossico, discriminazioni e gestione inadeguata di casi di molestie. Vien da pensare che l’ente che si propone di cambiare il mondo e di averne soprattutto la ricetta magica (vd. Agenda 2030), non sembri nemmeno capace di governare sé stesso, almeno in modo etico. Schwab, dal canto suo, rigetta ogni addebito, affermando che tutte le spese personali siano state regolarmente rimborsate. Il WEF, pur sottolineando di prendere «molto sul serio» le accuse, ha dichiarato che non rilascerà ulteriori commenti fino al termine dell’inchiesta.
Cos’è il WEF
Il World Economic Forum è spesso descritto come il salotto buono dell’élite transnazionale, il cosiddetto “Davos Man”, accusato di essere scollegato dalle urgenze del mondo reale. Diverse ONG e anche alcuni membri interni hanno segnalato nel tempo opacità nelle procedure decisionali e nei criteri di adesione. Gli ambientalisti, poi, non hanno mancato di evidenziare l’ipocrisia di riunioni ad alto impatto di carbonio — voli privati, convogli di sicurezza, logistica faraonica — organizzate da chi predica sobrietà e sostenibilità.
L’inchiesta su Klaus Schwab diventa allora qualcosa di più di un semplice scandalo personale: è un riflesso, forse, del rischio eterno delle grandi idee quando smettono di servire l’umanità e iniziano a servirsi di essa.