Il popolo iraniano risponde alla “Sfortuna” con grande coraggio e amore per la libertà.

Un coraggio incredibile quello della popolazione (uomini e donne ) che stanno protestando in Iran. “Donne. Vita. Libertà” il nome della rivoluzione che non si ferma nemmeno davanti alla prepotenza dittatoriale maschilista del governo iraniano. Un governo contro le donne e contro la libertà, anche quella di pensiero e di stampa: 20 i giornalisti tra cui la fotoreporter Yalda Moaiery– arrestati dalle forze dell’ordine e 76 le persone uccise perchè protestavano in piazza. Ma il dissenso popolare non si ferma , continua senza demordere sfidando il governo di Ebrahim Raisi, sfidando una dittatura ideologica e di sistema.

Un sistema che impone se stesso, il sistema “uomo”,  radicato nei millenni forte solo della propria forza, e che in Iran e nei paesi islamici si esprime in tutta la sua brutalità. E’ una forza senza saggezza, una forza senza cultura, una forza senza rispetto. E’ la tracotanza del potere, l’avidità smaniosa e bavosa di controllare, dominare , comandare e che ha fatto sì che l’uomo dimenticasse di essere uguale e complementare alla donna. L’uomo ha dimenticato cosa significa essere “un uomo”, e ripropone nella società che gestisce quasi totalmente esclusivamente lui ( solo il 93 % dei ruoli di potere è nelle mani degli uomini in Europa, figuriamoci in Iran ). Il “sistema uomo” domina tutte le istituzioni e la sua ingordigia e la perdita di ogni forma di armonia, rispetto al mondo che lo circonda oggi si esprime nei mille volti che la violenza contro le donne può assumere.

In Iran la brutalità contro la donna del “sistema uomo” si esprime ai suoi massimi livelli e  la popolazione iraniana ci sta dando una grande lezione. Chi manifesta in Iran ha un coraggio incredibile. Là si muore se non si è allineati e ubbidienti. Ad oggi 76 ripeto le persone morte perché protestavano.

Qui in Europa non si muore ma la sottomissione è gestita in maniera più sottile e subdola: ti controllano socialmente, ti ostacolano la crescita professionale, e il poter ricoprire ruoli importanti ( salvo non esser arruolata al soldo di qualcuno a cui fa comodo vendere un volto femminile, a patto sia sempre una donna  obbediente ai comandi dall’alto). Questo nella società. Nella famiglia da figlia sei ignorata e ostacolata perché “non sei nata maschio”, nel matrimonio : “Non c’è bisogno che lavori ci sono io” e se lavori e vuoi fare carriera ti rinfacciano ti trascurare i figli :“lavori troppo!” “Ti sei dimenticata di essere una madre’ o ancora “Avevo una moglie, adesso con questa smania del lavoro, non ce l’ho più”. E nell’abbigliamento se esprimi troppo la tua bellezza: “Ma dove credi di andare!”.  Quante donne hanno sentito queste parole ancora oggi nel 2022, qui in Europa e non in Iran!

Dico questo perché la rivoluzione che ha il nome “Donne. Vita. Libertà.” dovrebbe essere la rivoluzione di tutte le donne. Mahsa Amini originaria del Kurdistan iraniano, in vacanza con la famiglia a Teheran è stata picchiata a morte perché non indossava il velo in maniera corretta. Perché un ciuffo di capelli usciva dal velo. A 22 anni Masha è stata picchiata a sangue e uccisa dalla “polizia morale”.  Ma che mondo è questo in cui le donne vengono uccise perché non sono nemmeno libere di vestirsi come vogliono, di manifestarsi la loro bellezza, di essere orgogliose del proprio corpo? Quando l’uomo ha iniziato ad avere il terrore della bellezza? Quando l’uomo ha perso il senso della meraviglia? Quando l’uomo ha perso il senso dell’armonia, quando l’uomo ha smesso di accordarsi con la sinfonia della vita per suonare questa marcia della violenza che si replica seppur con livelli diversi in ogni società occidentale? Quando?

Oggi tutte le donne dovrebbero unirsi alle donne iraniane perché la violenza espressa contro di noi seppur con sfumature diverse e anche molto diverse, ha comunque la stessa radice in tutto il mondo ed è quella che va sradicata. E possiamo farlo solo tutte insieme agendo da ogni angolo del mondo. Perché alla condizione della donna non è legata solo “la donna” ma tutta la società. Tutte le società. La libertà della donna, l’uguaglianza, il rispetto reciproco e la solidarietà tra i sessi sono gli elementi indispensabili per dare vita a un mondo diverso. Un mondo in cui l’uomo stesso vedrebbe esaltato il suo lato positivo, permettendo così la creazione di un mondo armonioso e rispettoso.

Un mondo che non riconosce il valore della donna, che non riconosce e rispetta la libertà della donna e che non lascia alla potenza femminile di esprimersi è un mondo destinato all’autodistruzione. E i segnali ci sono già tutti.

Ad Maiora

Ma lo sapevate che ci sono moltissime donne scrittrici già nell’800 e nei primi del ‘900 che raccontano la vita e le difficoltà delle donne di allora? perché si conoscono così poco per non dire niente? Perché le donne sono state raccontate con più successo dagli uomini (vd Anna Karenina e Madame Bovary tra le tante) ? 🚺🚺🚺Le risposte a queste e ad altre domande, ce la fornisce 🌺Valeria Palumbo, 🌺 giornalista e storica delle donne, 🌼 che ho intervistato prendendo come punto di riferimento il suo ultimo libro 🐞 “Non per me sola. La storia delle italiane attraverso i romanzi” 🐞ed. Laterza.

Immagine-2E’ notizia recente di questi giorni che una sentenza del Tribunale di Palermo abbia assolto un ex dirigente dell’Agenzia delle entrate, un simpatico sessantacinquenne che aveva l’abitudine di palpeggiare il sedere delle sue impiegate, infilare le dita tra i bottoni delle loro camicette, all’altezza del seno e di farle scivolare anche in mezzo alle cosce, nella zona vaginale. Assolto dicevamo. Assolto perché quei gesti “non procuravano appagamento sessuale” all’uomo e “perché non limitavano la libertà sessuale delle due donne”. L’uomo lo faceva in modo scherzoso, quindi per il giudice, quei gesti sono stati considerati “privi di connotati sessuali”. Già. Uno, che può mettere le mani in tanti posti, chissà perché invece sceglie proprio le tette, il culo e la vagina. Ma non si può nemmeno scherzare ora? In questo paese mi pare si stia perdendo il senso dell’umorismo! Non sono comportamenti molesti. Affatto! E’ risaputo, alle donne piace sempre da morire, quando un uomo, chiunque esso sia, come e quando vuole lui e solo lui, palpeggi e giochi con il loro corpo. Un paio di giorni fa infatti ne sono morte tre in 24 ore: dal ridere suppongo.

Sarcasmo a parte, stiamo scavando il fondo oltre ogni limite. Dall’inizio dell’anno, e siamo solo il 4 febbraio, sono già morte 10 donne. Come è possibile? Il fatto è che esistono ancora uomini che considerano la donna un oggetto, una proprietà di cui possono disporre a loro piacimento. La donna non ha, nel loro immaginario malato, il diritto di dire no. Ma come si può essere ancora a questo punto? Come è possibile che la mentalità maschilista medioevale continui a vivere in (alcuni) uomini della nostra epoca? Non è che, forse, a questi uomini vengano concesse troppo spesso, troppe scusanti e giustificazioni? Non è che forse i comportamenti di questi uomini non siano mai definiti per quello che sono e loro mai etichettati per quello che fanno. Chi palpa il culo, le tette e infila le mani tra le cosce di una che non gradisce affatto, al punto da trascinarlo in tribunale, dovrebbe essere considerato un porco. Punto e basta. Non un immaturo. Non dovrebbe avere alcuna attenuante e giustificazione. Oggi invece abbiamo addirittura un’assoluzione giudiziale. Che altro non è che un punto a favore di quegli uomini che ancora si prendono un sacco di libertà nei confronti delle donne. E alcuni, non si fermano alla toccatina libidinosa ma continuano, insistono e a volte i loro comportamenti degenerano.

Allora, signor giudice, se una donna non avesse lo stesso senso dell’humor di alcuni uomini e non volesse le dita di un uomo tra i seni, come dovrebbe fare? Se una donna non volesse le mani di un uomo sul culo, come dovrebbe fare? Se una donna non gradisse le mani di quell’uomo tra le cosce, come dovrebbe fare?

Quale messaggio pensa che arrivi grazie a questa sentenza a tutti quegli uomini che credono ancora di poter disporre a loro piacimento delle donne? Quale messaggio pensa che arrivi a quelle donne che non osano denunciare i soprusi che subiscono, per paura di non essere prese sul serio?

Possibile che la dignità delle donne, il rispetto del loro corpo e della loro persona siano così difficili da accettare e affermare?

Marianna Maiorino

Ps. Dimenticavo, una donna a Latina è stata rinviata a giudizio per maltrattamenti al marito e rischia da 2 a 6 anni di reclusione perché non lavava, non stirava né cucinava per bene al marito. Che dire, il varco spazio temporale deve essere stato scoperto: Ben tornati nel medioevo!