In Italia solo nel 2022 i casi di ingiusta detenzione in base al portale www.errorigiudiziari.com, sono stati 539, con una spesa complessiva per indennizzi liquidati pari a 27 milioni e 378 mila euro.

Michele Nardi giudice, attualmente sospeso, è stato accusato e arrestato perché ritenuto capo di un’associazione a delinquere finalizzata a compimento di corruzione per una serie di atti giudiziari. I fatti risalirebbero al 2010. Si tratterebbe per la magistratura di un caso di concorso morale nelle attività illecite, che in realtà sono state poste in essere da altri ci ha precisato Nardi. Il giudice ha già scontato 30 mesi di custodia cautelare, nonostante la pena fosse stata annullata per 3 volte dalla Cassazione, infatti il Tribunale del riesame di Lecce ha continuato a confermare la sentenza.

Alla fine in primo grado Nardi è stato condannato a 16 anni e 9 mesi, condanna degna di un omicidio volontario. Ma, agli atti , non sono state depositate a titolo di prova né telefonate, né atti scritti, niente di oggettivo, solo la testimonianza di un imprenditore all’epoca in carcere Flavio D’Introno.

In base a questi elementi, fossero confermati,  il caso Nardi ricorda molto per modalità il caso Tortora uno dei più gravi ed eclatanti errori giudiziari della storia italiana.

Vi lascio all’intervista che diventa in questa puntata è anche l’occasione di parlare di giustizia e del comportamento dei magistrati, anche  in questi tre anni di pandemia. Oltre al Giudice Nardi ad Maiora anche il dott. Antonino Magistro Presidente del Popolo di Italia e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Pro Veritate.

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