SUPERATI I 28.700 MORTI DA VACCINO CONTRO LA COVID-19 STANDO SOLO AI DATI RACCOLTI DAL VAERS.

Ad oggi sono oltre 28.700 i decessi registrati in seguito alle vaccinazioni contro il sars cov 2 solo dall’ ente statunitense Vaers (Vaccine Adverse Event Reporting System). A sollevare ulteriori preoccupazioni anche il fatto che eventi avversi e decessi variano sensibilmente a seconda dei lotti

In Europa il lotto EM0477 della Pfitzer ha prodotto 237 decessi e ancora non viene ritirato dal commercio, al secondo posto per numero di morti il lotto EN6201 sempre della Pfitzer, distribuito solo negli USA dove ha causato 120 morti fino a dicembre 2021 e 199 al 10 giugno 2022. Ciò significa che il 100% delle morti è stata prodotta dal 5% dei lotti prodotti! Questo è il punto cruciale da capire. Per cui le morti non vanno misurate sulle dosi complessive somministrate, ma sui lotti singoli che le hanno determinate..

I dati che riporto e che corrispondono a esseri viventi che non ci sono più, sono tutti pubblicati nel sistema di vigilanza statunitense Vaers, a portarli alla nostra attenzione Cristian Luca Atzori, ricercatore e attivista per i diritti umani, che sta monitorando, dall’arrivo dei vaccini per la prevenzione della Covid-19, i dati pubblicati dalla farmacovigilanza in ogni Stato al fine di fornire una lettura complessiva degli effetti avversi.

La particolarità dello studio si basa sul fatto che Atzori per ogni vaccino ha esaminato i singoli lotti, tecnica che gli ha permesso di evidenziare la grande diversità di effetti avversi da lotto a lotto. Ma da cosa può essere determinata questa differenza? L’ipotesi più accreditata è che vi siano variazioni sostanziali nei componenti presenti nei singoli lotti e da cui deriverebbe quindi una diversa tossicità degli stessi. Ma se così fosse, oltre alla gravità per le morti e i seri danni causati alla salute delle persone, si presenterebbero anche gravi irregolarità in riferimento al valore del consenso informato che si sarebbe quindi basato su prodotti non conformi a quelli effettivamente dichiarati all’atto della somministrazione. La situazione se così fosse sarebbe gravissima. Già solo a fronte del fondato sospetto, però, sconcerta la totale assenza di attenzione al problema da parte delle istituzioni: verificare e controllare al fine di rassicurare i cittadini in merito alla corrispondenza dei vaccini rispetto a quanto dichiarato dai produttori dovrebbe essere la normalità ed invece in Italia vige il divieto di fare queste verifiche e anche di porre lecite domande.

Vi lascio all’intervista. Ad Maiora – marianna maior (riproduzione riservata©)


Rieccomi qua, a parlare con me stessa.

Hopaperboy1 passato un paio d’ore a sfogliare i quotidiani locali e come spesso mi accade, una riflessione mi accompagna proprio mentre giro l’ultima pagina e mi trovo faccia a faccia con la pubblicità di turno: perché i giornali locali riportano i morti degli incidenti stradali o domestici? Perché è una notizia, mi direbbe qualcuno, perché alla gente interessa sapere chi muore, ricalcherebbe qualcun altro. I più sofisticati mi direbbero che la cronaca nera fa notizia, che c’è un certo spiccato interesse della popolazione verso questi eventi. Che i giornali vendono di più quando muore qualcuno, anche se è preferibile, per le vendite si intende, che ci sia un assassino. Ma allora, lasciando stare i morti ammazzati da qualcuno, se è notizia uno che muore sulla strada perché non lo è altrettanto uno che muore in ospedale? Quante persone muoiono in ospedale ogni giorno? Sono morti diverse? Che differenza c’è tra uno che perde la vita sull’asfalto e uno che la perde dopo una malattia, o semplicemente dopo aver vissuto tutta la sua vita? Noi lettori facciamo questa differenza? Lo so, sono io che non capisco, del resto scrivo per questo, per chiarirmi le idee. Ma confesso che non mi è facile. Mi lascia molto perplessa questa disparità di trattamento. La morte non ci rende tutti uguali come suggeriva la famosa poesia di Totò “La livella”? Ma ancor di più non capisco perché non facciano notizia: le guarigioni di tutte le persone salvate dai medici (mentre se per caso muore qualcuno sotto i ferri titoli a tutta pagina), le storie di chi sconfigge il cancro (che darebbero speranza e forza a chi si trova a combattere la stessa battaglia), la nascita di nuove creature (considerato soprattutto il tasso di natalità in Italia!) o semplicemente i gesti di solidarietà e amicizia. Perché la morte fa notizia e la vita no? Perché non si considera il fatto che la gente è già messa a dura prova dalla quotidianità, che la depressione è una malattia molto diffusa e grave, senza parlare dell’ansia e degli attacchi di panico che colpiscono sempre più persone? Il malessere in tutte le sue declinazioni è fortemente alimentato dalla follia dei terroristi, dalla politica amorale e parassita, dalla paura di ladri, rapinatori e stupratori, da quella parte di industria che saccheggia il pianeta e avvelena i suoi abitanti e chi più ne ha più ne metta. Sembra che il mondo sia popolato solo da schiere di pazzi che si comportano senza ritegno e come se non ci fosse un futuro. Ecco, credo sia questo il punto: dal futuro sono nutrite tutte le nostre speranze e quando lo vedi nero o non lo vedi proprio il male di vivere prende il sopravvento. I giornali ignorano questo fatto o forse pensano che due pagine di sport bastino a pareggiare il conto? E poi c’è lo stile. Anzi non c’è affatto. Un aggettivo che leggo spesso per descrivere gli incidenti stradali mortali o gravi è “spettacolare”. Se la morte di qualcuno è definita “spettacolare”, vuol dire che fa spettacolo, quindi, se fa spettacolo è uno strumento per intrattenere la gente. Ecco…non mi pare l’aggettivo più adatto, a meno che non ci sia dell’altro che mi sfugge.

Penso che siamo bombardati continuamente da notizie di morte, di terrore, di povertà, di inquinamento, di violenza. Mentre mancano totalmente notizie che nutrano la voglia di vivere, non ci sono fari che illuminano il domani, che aiutino le persone a proiettarsi nel futuro, a sognare la propria vita nel lungo periodo per vivere il presente con più leggerezza. Nelle news di tutti i giorni la gioia di vivere è la grande assente, la morte la fa da padrona… e poi si lamentano che le vendite sono in calo…

Marianna Maiorino