I due filmati prodotti dall’emittente “Russia Today”, dal titolo “I bambini del Donbass” e “Maidan. La strada verso la guerra”, promossi da “Insieme Liberi, Liberi Elettori-Io amo Udine” e altri soggetti, hanno scatenato la reazione del Partito Democratico. Tanto da spingere la deputata Debora Serracchiani, per la quale evidentemente i cittadini italiani non hanno problemi più urgenti, a chiedere la loro censura. L’obiettivo? Impedire ai cittadini del Friuli Venezia Giulia di assistere alle proiezioni, nonostante il sold out. “L’inquisizione non si ferma”, ha commentato Ugo Rossi, uno degli organizzatori. La Serracchiani infatti ha chiesto al Governo italiano “il divieto assoluto di trasmissione dei programmi in qualunque forma e contesto”, affinché la misura si applicasse non solo all’evento di Udine, ma anche ad altre proiezioni simili in futuro. In altre parole: censura, censura, censura.
Il fulcro della sua richiesta? Il fatto che i documentari provengano da Russia Today, un’emittente filorussa considerata dall’Unione Europea un organo di propaganda. Mi sorge spontanea una domanda : se in Italia volessimo eliminare tutti i media che fanno propaganda, cosa resterebbe del panorama informativo italiano? Nel video la mia risposta.
A me hanno insegnato, che la democrazia si fonda sul confronto. Censurare un film, un libro, una voce scomoda – che sia parziale o imparziale – non significa né difendere la verità, né aiutarla a emergere. Significa solo imporre un controllo sulle idee e sulle opinioni.
Ora il Partito Democratico, lo stesso che ha imposto la vaccinazione con il ricatto nonostante l’Europa raccomandasse di non discriminare chi sceglieva di non vaccinarsi, lo stesso che ha chiuso in casa le persone senza motivo, causando danni psicologici evidenti nei giovani, vorrebbe decidere anche quali documentari possiamo guardare?
Per fortuna, il Governo italiano, non ha dato minimamente retta alla deputata Serracchiani: il documentario è stato proiettato con grande successo di pubblico, anzi 100 persone non hanno potuto accedere alla sala per raggiunti limiti di capienza.
Mi chiedo però: quale sarà il prossimo passo del cosiddetto partito “democratico”? Vieterà i libri? I film? I fumetti? O, censurerà la proprietà privata e il diritto d’impresa, come suggerito dal Manifesto di Ventotene che tanto difendono?
Non si combatte la propaganda con la censura. Si combatte con la conoscenza, con il pensiero critico, con il confronto. Se la democrazia nasce dalla libertà di espressione, anche quando le idee ci disturbano, i regimi, invece, nascono dalla censura. E fa riflettere che il Partito Democratico sembri dimenticarlo.
E la storia insegna che ogni regime è iniziato con il rogo dei libri ed è finito con il crollo della propria arroganza. Se un’idea è falsa, la si smonta con gli argomenti, non con i divieti. Chi teme il confronto non difende la verità, difende solo il proprio potere. Ad Maiora !
Domanda: Come mai i cittadini dovrebbero essere considerati capaci di votare, ma al tempo stesso incapaci di guardare un documentario senza farsi manipolare?
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