Un mio articolo purtroppo sempre attuale. Ripropongo qui di seguito un mio pezzo vecchio, è del 2018 per la precisione ma che rispolvero oggi alla luce dei sequestri che la guardia di Finanza sta compiendo in tutta Italia per togliere dagli scaffali i prodotti per la cura del corpo contenenti la molecola cancerogena Lilial. Questa molecola è stata inserita dal primo marzo 2022, tra le sostanze considerate cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione. Tuttavia nei prodotti per la cura del corpo e dell’igiene vengono usate molte sostanze tossiche per la salute e dannose a vario titolo. Questa scoperte mi indusse a scrivere il pezzo che vi ripropongo e che è ancora molto attuale. LA CANCEROGENITA’ E TOSSICITA’ DEGLI ELEMENTI CHE CITO NEL PEZZO ERA NOTA E STRA NOTA AI PRODUTTORI MA CIO’ NONOSTANTE HANNO CONTINUATO A VENDERE I LORO PRODOTTI FACENDOLI PASSARE PER UTILI ALLA CURA DEL CORPO. ED E’ COSI’ DA SEMPRE. CAPITE CHE LA LOGICA E’ SEMPRE LA STESSA VERO? “CURA DEL CORPO E DELLA SALUTE” SONO IN MANO ALLE STESSE HOLDING, GUIDATE DAGLI STESSI INTERESSI CHE CON LA PAROLA “CURA” NON HANNO NIENTE A CHE VEDERE. BUONA LETTURA

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L’INCI questo sconosciuto

In questi giorni ho soffermato la mia attenzione sui prodotti cosmetici che uso. Di abitudine leggo sempre le etichette dei cibi e faccio molta attenzione a quello che mangio, ma per le creme e i trucchi non ho mai avuto la stessa attenzione. Probabilmente per la palese indecifrabilità delle etichette e la pigrizia di andare a verificare. Difatti, anche se mi scrivono nell’INCI – che sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients- che la crema contiene cyclopentasiloxane, buthylene glycol polyethylene, Peg e PGG, acrylic acid copolymer, polisorbati, nonché EDTA sinceramente ne so quanto prima, cioè niente. Non ho mica studiato chimica! E poi ho sempre dato per scontato che prendendo un prodotto buono (leggi caro), magari in farmacia, sarei stata sempre al sicuro.

La fiducia mal risposta

Credo tutti si faccia lo stesso pensiero, ci affidiamo e ci fidiamo di chi ci vende il prodotto e di chi lo fa, specie se lo paghi fino €100 !! Vorrei ben vedere, no?! Deve esser per forza un buon prodotto! No?! E no! proprio No! No! No! A partire dal supermercato sino alle farmacie troviamo un sacco di prodotti pieni di siliconi, emulsionanti con componente petrolifera, parabeni, conservanti sintetici, solventi sintetici tipo il propylene glycol (che leggo essere usato anche come anti gelo per le auto!) e la lista sarebbe ancora lunga, ma mi fermo qua e vi lascio i link sotto dove potrete approfondire. Inutile dire che sono rimasta senza parole. Come è possibile una cosa del genere? Come è possibile che siano messi legalmente in commercio prodotti così? Siamo davvero sicuri che non abbiano controindicazione alcuna per la nostra salute?

Talco e il cancro

Nelle mie navigazioni alla ricerca di una spiegazione mi sono poi imbattuta in un articolo pubblicato su “Il fatto quotidiano” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/24/johnsonjohnson-accusata-per-talco-cancerogeno-ordinato-risarcimento-da-72-milioni-di-dollari/2492797/) che riporta la notizia secondo la quale una nota società di cosmetici da supermercato è stata condannata a pagare 72 milioni di dollari ai parenti della vittima morta per cancro a quanto pare, scatenato dall’uso decennale del talco della stessa ditta. Ma la cosa che più mi ha colpito nell’articolo è stata l’affermazione rilasciata alla conclusione del processo, dal capo della giuria: “Era chiaro che stavano nascondendo qualcosa, tutto quello che dovevano fare era mettere un’etichetta di avvertimento”. Mettere un’etichetta di avvertimento?! Ma siamo matti? Non lo produci un prodotto che provoca il cancro e che cavolo! Ora, è vero, bisognerebbe leggere tutte le carte del processo e valutare bene l’esistenza o meno del nesso causale tra uso del prodotto e il cancro, etc, etc. Ma è anche vero che la stessa società, lo scorso maggio, è stata condannata per la seconda volta, in questo caso al pagamento di 55 milioni di dollari, per lo stesso motivo. Ok, il processo non è finito, la società farà ricorso, quindi ancora non possiamo affermare niente. Scopro poi però che la Iarc- Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro- ha classificato le sostanze contenute nel talco in questione come possibili cancerogeni già dal 2006. Insomma non c’è la certezza eziologica ma solo la possibilità. Bene, ciò premesso, logica e buon senso, non dovrebbero suggerire, nel dubbio: “Togli ‘ste cazzo di sostanze!” Sbaglio? Perché rischiare la salute delle persone? Perché? ” – Domanda sempre attuale.

Gli imbrogli del marketing

Insomma non vi dico, ho passato al vaglio tutti i prodotti che ho in casa e non se ne è salvato uno! Addirittura in un sapone, ok da due soldi del supermercato, l’immagine grande, ben esibita, rappresenta del bel miele colante e del latte, un’immagine bella e rassicurante, che al supermercato ti rapisce e ti inganna, perché la osservi e pensi “sì il miele è un prodotto naturale fa bene alla pelle e il latte pure: lo prendo!”. E fai una gran cavolata! Vado infatti a leggere l’INCI e scopro che non c’è traccia né di latte, né di miele, nemmeno l’ombra!! Allora mi chiedo: “questo non è un modo per indurre in errore il consumatore? Inoltre, dov’è scritto che io semplice consumatrice, debba conoscere la natura di tutti quegli strani nomi? Non è ovvio che tra gli scaffali, mi affidi all’immagine? Allora non è un tradimento o una forma di imbroglio quella che mette in atto il produttore piazzandomi la foto del latte e del miele peraltro totalmente assenti nel suo prodotto?

Sono davvero indignata!

Di certo da oggi starò molto più attenta a tutto ciò che compro. Del resto mi è rimasto il potere di comprare ciò che voglio e anche di non comprare niente, che in un mondo in cui l’unico (vero) valore del consumatore, è dato dalla sua capacità d’acquisto, beh mi pare sia ancora un grosso potere.

Ergo, da oggi solo prodotti con INCI impeccabile o niente: tanto alla fine si invecchia lo stesso (se non ci avvelenano prima).

http://www.biodizionario.it/

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