Il prossimo 8 marzo la Conferenza Stato Regioni voterà il nuovo piano vaccinale, negli obbiettivi raggiungere per molti vaccini una copertura del 95% della popolazione italiana. Sul punto interviene la Commissione Medico Scientifica Indipendente che evidenzia tutte le criticità del Piano Vaccinale.

Nel silenzio completo di media e della comunità scientifica il prossimo otto marzo 2023 sarà votato, per l’approvazione dalla Conferenza Stato-Regioni il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025 con il relativo Calendario Nazionale.
Il testo è stato inviato il 24 gennaio 2023 dal Ministero della Salute Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie a Regioni e Province autonome.
Ad analizzarne il contenuto, la commissione medico scientifica indipendente, che in un documento pubblicato sul proprio sito , ne mette in evidenza le gravi criticità , denunciando ad esempio che “a distanza di oltre 5 anni e mezzo dal varo della legge Lorenzin, non è stata ancora realizzata la revisione prescritta dalla stessa legge e che permetterebbe la valutazione dei rapporti tra rischi e benefici delle diverse opzioni vaccinali.”
La commissione- della quale fanno parte, oltre alla dott.ssa Patrizia Gentilini nell’intervista, anche i dottori Alberto Donzelli e Giovanni Frajese, Marco Cosentino, Giovanni Frajese, Eugenio Serravalle, Eduardo Missoni, Sandro Sanvenero, e Panagis Polykretis- sottolinea anche che il piano presentato dal dipartimento per gli affari generali sia scritto in modo generico e vago, due aggettivi aggiungo io che mal si relazionano con il metodo scientifico. Il testo ad esempio parla rispetto ai vaccini di “protezione comunitaria” senza precisare di quali vaccini si stia parlando e in base a quali dati epidemiologici siano state compiute le valutazioni, posto che non tutti i vaccini determinano una protezione comunitaria.

Nel testo del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, che consta di 66 pagine, tra le tante cose possiamo leggere frasi del tipo che il comitato nazionale di bioetica raccomanda:
“ L’osservanza dell’obbligo a un’adeguata profilassi vaccinale da parte degli operatori sanitari e del personale impegnato nelle scuole di ogni ordine e grado e in generale nei luoghi maggiormente frequentati dai bambini in funzione della loro specifica attività” –
e ancora raccomanda: “Il monitoraggio continuo dell’omessa vaccinazione (per dimenticanza o per ragioni mediche, ideologiche, religiose, psicologiche) sia complessivamente sull’intero territorio, sia a livello del singolo Comune, allo scopo di identificare coloro che necessitano di essere incoraggiati verso un percorso vaccinale.”
Andando poi a vedere cosa prevede invece il calendario vaccinale, leggiamo che non solo che la copertura coinvolge tutta la popolazione dai neonati agli anziani ma che l’obiettivo di copertura vaccinale da raggiungere a medio termine e a maggior ragione a lungo termine oscilla dal 75% al 95% della popolazione. Ora mi chiedo: “in che modo intendono ottenere queste percentuali?” Perché il dubbio è che sia lo stesso adottato per inoculare la popolazione con i sieri genici cd., erroneamente, anticovid19. Marianna maior (riproduzione riservata©)

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