Era quasi mezzanotte e non riuscivo a dormire. Avevo letto un articolo in cui un componente del Partito Democratico, che ha l’onore di avere un posto nel Consiglio regionale del FVG, ha attaccato la decisione dell’amministrazione comunale di Pordenone per aver deciso di conferire un premio alla Prof. Antonella Riem, dalle parole del consigliere si evince che la prof.ssa Riem non sarebbe degna del premio, ma sapete perchè? Mica perchè le manchino i titoli, niente affatto, il problema non è il merito professionale, bensì il fatto che avrebbe esercitato il diritto di esprimere la sua opinione in merito al green pass l’anno scorso firmando, un documento insieme ad altri 17 docenti, nel quale contestava la legittimità del green pass.

Per rinfrescare la memoria e sottolineare che non è tutto nero o bianco, la rivista The Lancet ricordo che ha pubblicato studi all’inizio di quest’anno, nei quali si evidenzia che non vi è “nessuna differenza sui contagi tra vaccinati e non vaccinati”, e vi sono inoltre molti altri articoli che contestano la validità del green pass per contenere la pandemia, senza considerare poi le varianti che hanno bucato i vaccini almeno già da un anno. Ma il punto non è questo. Non mi interessa entrare in queste argomentazioni adesso. Il punto è un altro e per certi versi anche più pericoloso, ovvero la criminalizzazione del dissenso. E mi colpisce molto il fatto che provenga proprio dal Partito Democratico, che dovrebbe difendere per definizione la libertà di espressione tout court.