Con un video di due minuti, sulla sua pagina facebook, Stefano Puzzer ha annunciato la vittoria.

All’inizio del video è timoroso a dirlo apertamente: usa il condizionale, “ e’ stato accolto il ricorso sembra che abbiamo vinto tutti”poi solo alla fine, quasi prendesse atto di quanto accaduto parola dopo parola, si lascia andare e usa con più consapevolezza la parola “vittoria”. Sì, Stefano Puzzer, dopo 4 anni di ansie, sofferenze e soprattutto ingiustizia, può dire: “Finalmente giustizia è fatta”.

Licenziato illegittimamente: questo il verdetto della Corte di Cassazione. Era l’ultimo grado, l’ultima speranza per ottenere giustizia. “ Non vedevo l’ora di finire il tutto. Ero veramente molto stanco.” E in sottofondo si sente la moglie Matia ridere – è felice-. Spesso dimentichiamo che un processo non riguarda solo l’interessato ma mette a dura prova tutta la famiglia , non soffre solo una persona, soffrono tutti i componenti della famiglia e anche gli amici più cari…

Come immaginabile, il profilo Facebook del portuale più famoso di Italia, dopo questo video- è stato travolto dai complimenti e dal calore di chi lo ha sempre sostenuto. Lui non potendo rispondere a tutti ha scritto un messaggio  laconico:

“Sono al lavoro, domani, rispondo a tutti, promesso. Vi voglio tanto bene ❤️. Ah sì… RICORDATEVI CHE ABBIAMO VINTO TUTTI”*.

È il suo stile: semplice, diretto ma pieno di calore. Nonostante 4 anni di amarezza.

Lui, infatti amava il suo lavoro al porto di Trieste, e ne è stato privato nel peggiore dei modi. A questo aggiungete, a quasi 50 anni, la necessità di rimettersi in gioco e cercare altri lavori. Ne ha svolti diversi, non è stato mai con le mani in mano. Mai si è fatto travolgere dalla tristezza anche perché 4 anni di processi… sappiamo tutti quanto possono costare in termini umani, certo, ma anche in termini monetari.

Ha vinto abbiamo detto, anzi lo detto la Corte di Cassazione. Ma che vuol dire? Vuol dire che la giustizia ha accolto il ricorso di Stefano Puzzer, in merito al licenziamento subito il 16 aprile 2022. Il datore di lavoro , l’Agenzia Portuale di Trieste lo aveva licenziato perché, pur avendo il Green Pass, Stefano non lo ha voluto usare per entrare al lavoro. Il suo era un segno di protesta contro la certificazione verde e si era autosospeso per alcuni mesi.

Sappiamo tutti che allora era possibile non esibire, non richiedere, non vaccinarsi, e anche non avere il green pass , ma tutto,  al caro prezzo di essere sospesi dal lavoro, perdendo la retribuzione, oltre che cancellati dalla vita sociale (un ricatto di Stato vergognoso, sul quale la giustizia prima o poi dovrà esprimersi) – ma, appunto, una persona poteva essere sospesa, non certo licenziata! Era risaputo! Cosa che la Cassazione ha riconosciuto e messo nero su bianco.

Poi c’è il fatto che Stefano il Green Pass lo aveva: il suo era un rifiuto a esibirlo. Anche su questo la Corte si è pronunciata a favore di Stefano.

La sentenza della Corte d’Appello di Trieste del febbraio 2024 quindi è stata oggi cassata! Oggi è un giorno di festa per tutti i lavoratori.

Ad Maiora !!

Stefano Puzzer è stato assistito dagli avvocati Mirta Samengo e Alessandra Devetag.

ps. Spero che tutti i sindacalisti che in quegli anni hanno voltato le spalle ai lavoratori, si prendano la briga di leggere la sentenza e le motivazioni appena saranno disponibili, magari iniziano a ricordare da che parte devono stare e chi devono difendere, perché più di qualcuno ha perso la rotta..

qui una mia intervista a Stefano Puzzer l’ho intitolata “L’uomo che ha tolto la maschera allo Stato”