Pasquetta. Una data che sa di resurrezioni, ma anche di uscite di scena. Infatti, proprio in questo 21 aprile 2025 si chiude il pontificato di Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio.

Ma davvero muore oggi? O muore oggi solo per i media e i “credenti”? Per mesi, il suo volto era apparso pallido, gonfio, irriconoscibile, per alcuni una situazione normale per chi ha fatto uso di antibiotici in modo massiccio, ma sui social più di qualcuno ha fatto notare la scomparsa dal volto dei nei e la non corrispondenza delle orecchie, lasciando intendere e nemmeno tanto velatamente che papa Francesco fosse già morto, o sostituito da un sosia, o comunque, tenuto in vita dal cordone mediatico di un Vaticano che avrebbe fatto del mistero una liturgia parallela.

In questo clima d’incertezza, non possono non tornarmi alla mente le inchieste di Andrea Cionci: Quel “Codice Ratzinger” che leggeva tra le righe dei discorsi e delle lettere del Papa emerito, quella teoria della sede impedita, in cui Benedetto XVI non avrebbe mai rinunciato davvero al papato e in cui, per quasi dieci anni, Bergoglio sarebbe stato un antipapa. Un Papa senza legittimità canonica. Un usurpatore, o peggio: una pedina in un disegno che ci sovrasta ( e umilia)  tutti.

Mi rimbalzano anche nella memoria come tuoni le parole  che sempre Andrea Cionci mi disse in un’intervista che gli feci nel 2022. Rispetto all’ ultima Declaratio del 2013, Papa Ratzinger la conclude dicendo:  “Il prossimo sommo Pontefice – cioè, mi specificò Cionci, il prossimo vero Papa dovrà essere eletto da coloro a cui compete.” Perché, viene da chiedersi, dice “da coloro a cui compete” e  non dice più banalmente “dai cardinali”? “Perché – chiarisce Cionci – Ratzinger sapeva bene che, lasciando vuota la sede, sarebbe intervenuto un Papa usurpatore. E quindi, morto anche quest’ultimo, gli unici a cui competerà legittimamente la nomina del Papa sono i cardinali veri, ovvero solo quelli nominati pre-2013 da Papa Ratzinger.”

Quel momento oggi è arrivato. E’ tempo di nominare il nuovo Papa, ma, se davvero nessuno era papa, se davvero il trono era vacante da anni, allora la Chiesa non ha perso un pastore, ha perso proprio  se stessa, ed è -forse- proprio in questo vuoto, tra una tomba e l’altra, che comincerà la vera apocalisse. Quella che svela.

Gli occhi del mondo- e per chi crede- anche quelli di Dio, da adesso sono puntati sul conclave.

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