Partiamo dal video che sta girando sui social , c’è una persona che non vediamo perché è colui che fa le riprese con il telefonino. Sentiamo subito la sua voce che in francese dice “ta gueule” che sta per “taci!” o “ sta zitto” e lo ripete più volte.
Il francese, possiamo chiamarlo così, riprende le persone intorno a lui andando anche loro incontro. Quasi subito il suo sguardo cade su un giovane uomo che sorridendo guarda la camera, manda un bacio e dice “hello” , e poi in italiano , con tono pacato “Palestina libera ragazzi”. Intorno all’uomo che riprende ci sono persone in piedi che bevono il caffè altre che lo guardano e dicono “Free Palestine” e poi di nuovo, ma in italiano, “Palestina libera”. L’uomo che fa le riprese pare dica, sempre in francese, qualcosa del tipo “ Vieni fuori a dirlo”, ma non è dato sapere se sta rispondendo a chi diceva “Palestina Libera” o a qualcun altro, per non si sa quale motivo.
Poi l’inquadratura va su un anziano in una classica posa da marines sul fronte, impugna cioè una pericolosissima tazzina di caffe con la mano destra, mentre la mano sinistra e’ in tasca, e parlando pacatamente ricorda a chi fa le riprese che “qui non siamo a Gaza siamo in Italia”. Intorno qualcuno che dice ( non si vede chi) “assassini”, ripetutamente.
Questo è quanto emerge dal video, lo allego così potete verificare; considerate che sul video vi sono delle sovrascritte che sono state apposte dall’account ebraico da cui ho tratto il video. Nella descrizione del fatto, in questo account Instagram leggiamo : “Mentre si fermavano a un distributore di benzina in Italia per fare rifornimento, un padre francese e suo figlio sono stati aggrediti violentemente in un’aggressione scioccante e immotivata. Il padre è stato scaraventato a terra, picchiato e gli sono stati rotti gli occhiali durante l’aggressione. Il figlioletto è stato spinto da parte e protetto da un passante che ha cercato di proteggerlo dal caos. Le autorità stanno indagando sull’incidente, che ha suscitato indignazione e sollevato serie preoccupazioni per la sicurezza pubblica e la violenza motivata dall’odio.”
Se andiamo a curiosare tra i commenti – fatelo e’ interessante per capire le reazioni del popolo dei followers – vediamo per la maggior parte, bandiere italiane che sventolano, e scritte tipo “Viva l’Italia”, “Forza Italia” e “Free Palestine”.
Ma ritorniamo al caso. L’ uomo francese, che ha fatto il video, è tornato in Francia. Lavora nella propria libreria, a Parigi dove è stato raggiunto da Giuliano Sangiuliano, ex ministro della cultura, oggi giornalista inviato della rai a Parigi. Nel sito della rai leggiamo : “Sono contento che la giustizia italiana abbia aperto un’inchiesta e spero che trovino i colpevoli e che si arrivi a un processo, come è giusto che sia”. Così al Tg1 Elie, l’ebreo francese aggredito domenica insieme al figlio di 6 anni in un autogrill di Lainate, nel milanese. Rientrato a lavoro nel suo negozio di Parigi Elia racconta al corrispondente della Rai, Gennaro Sangiuliano, i tragici momenti dell’aggressione”
Insomma, sbaglio o mi pare diano per scontato che l’aggredito sia Elie, l’ebreo francese? La narrazione è tutta dalla sua parte. Ma nessuno si chiede se sia davvero andata così.
Non solo la rai ma tutti i giornali fanno lo stesso. Hanno fatto rimbalzare la notizia di una aggressione antisemita , in cui l’uomo, ebreo, veniva picchiato, insultato da persone palestinesi quattro per giunta contro un adulto e un bimbo.
L’ebreo è la vittima, i palestinesi e gli italiani, gli aggressori. Ma è davvero andata così? Sicuri, sicuri?
E perché l’anziano ripeteva “ Qui non siamo a Gaza?”
Chi ha aggredito chi?
Io non so come sia andata, sia chiaro, e non sono qui a scrivere per dire: “non è andata come la raccontano”. Sto solo dicendo che chi ha raccontato la storia non ha verificato la notizia e soprattutto non ha ascoltato l’altra parte, la famiglia palestinese. E’ normale questo?
No. E infatti oggi inizia a girare un’altra versione e scopriamo così che quattro persone, madre, padre e due ventenni italiani di origini palestinesi, hanno presentato denuncia: sostengono di essere stati aggrediti dal turista francese che riconoscendoli palestinesi grazie a un ciondolo che portano al collo, li avrebbe insultati e poi colpiti con una testata e pugno al volto, finendo ricoverati con trauma cranico e contusioni lievi.
L’uomo francese, ebreo, ricordo che invece ha rotto gli occhiali. Loro, trauma cranico, il che non vuol dire niente al fine di stabilire come sono andati i fatti per davvero, sia chiaro, ma sono elementi da considerare.
Così come non sappiamo quando è stato girato questo video: verrebbe da pensare prima dell’aggressione, ma allora perché riprende? Cosa lo ha determinato a farlo? E infine perché sono arrivati alle mani?
I punti interrogativi sono tanti. Ma è da sottolineare che tutte le notizie uscite fino ad oggi, fino a quando la famiglia palestinese non ha sporto denuncia quindi, i giornalisti non hanno minimamente considerato la loro versione. Totalmente ignorati. E’ corretto? E’ corretto diffondere le notizie in questo modo? Trasformare un eco in titolo, ignorare che la realtà è plurale, incerta, contraddittoria, o semplicemente potrebbe non essere quella che appare?
E’ corretto pubblicare prima di verificare, travestire il sospetto come verità, celebrare un solo testimone, ignorando l’altra parte? E’ corretto cancellare i dubbi?
Al momento la vera vittima a mio modesto parere è solo una, la verità.
Speriamo ora nella giustizia, ci sarà un processo e magari saranno ascoltati tanti testimoni. Magari avremmo un colpevole, magari più di uno. Ma il problema secondo me è che operando in questo modo il rischio è che la verità potrebbe arrivare quando la menzogna ha già creato zizzania, incendiato gli animi, diviso le persone. Potrebbe arrivare cioè quando nessuno l’ascolterà perché troppo accecato dall’odio creato dalla falsità. E chi dobbiamo ringraziare per questo?
Ad maiora