Ettore Majorana: 5 agosto 1906 il giorno in cui nacque il grande genio


Oggi, 5 agosto, avrebbe compiuto gli anni Ettore Majorana, il genio scomparso e mai dimenticato. Nato nel 1906 a Catania, fisico dal pensiero vertiginoso, tanto silenzioso quanto profondo, Majorana resta una delle figure più enigmatiche e affascinanti della scienza italiana, e forse della scienza tout court.

Scomparve nel nulla nel 1938, a soli 31 anni, lasciando dietro di sé lettere ambigue e una leggenda che da allora alimenta ipotesi, sospetti, e una sorta di mito quasi religioso. C’è chi lo immagina monaco in un convento del Sud, chi esule volontario in Sud America, chi tra i primi a comprendere la portata distruttiva dell’energia nucleare e a voler scomparire per non esserne complice. Nessuno sa, nessuno può dire con certezza cos è stato di lui. Qualcuno parla anche di una scoperta sconcertante messa a punto da Majorana proprio nel periodo trascorso nel convento , una macchina capace di trasformare vari materiali in oro. Una macchina che sarebbe riproducibile, che anzi stata riprodotta, ma appena pronta strani uomini vestiti di nero compaiono e la requisiscono. Leggende forse. Ma non dimentichiamo che le leggende portano sempre dei semi di verità.

Ritornando alla storia quella certa. Enrico Fermi, che lo aveva scelto tra i suoi “ragazzi di via Panisperna”, diceva di lui:  “C’erano vari tipi di scienziati: di second’ordine, di primo ordine, e i geni. Majorana era un genio come Galileo e Newton. Quando si sarà trovato un incarico, gli altri dovranno andare a lezione da lui.”

Eppure Majorana non cercava fama, né carriera. Per sei anni si era chiuso in casa, scrivendo, pensando, sparendo già prima di sparire davvero.

Nel 1937 pubblicò un unico articolo, “Teoria simmetrica dell’elettrone e del positrone”, considerato da Wolfgang Pauli *”un’opera geniale, della più alta qualità”*. In quelle pagine c’era una visione che avrebbe anticipato sviluppi della meccanica quantistica e della fisica delle particelle solo compresi decenni dopo.

Non amava pubblicare, né esporsi. Ma chi lo ha incontrato, lo ricorda come uno che “vedeva” le soluzioni senza calcolare, come se il mondo della fisica gli si rivelasse in forma pura, geometrica, essenziale.

Il suo nome è oggi legato alle “particelle di Majorana” che rappresentano un concetto rivoluzionario ancora oggi al centro della fisica delle particelle e della ricerca sui neutrini. Lo scorso febbraio la Microsoft ha annunciato la realizzazione del chip quantistico di ultima generazione: il Majorana-1, che incorpora le scoperte del grande genio italiano.

Ciò che è reale non sempre è visibile, e ciò che è visibile non sempre è realeEttore Majorana

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