L’Appello dell’OMS
Gaza, 25 agosto 2025 – Un nuovo capitolo di orrore si è scritto oggi nel cuore di Gaza: l’Ospedale Nasser, simbolo di speranza per migliaia di palestinesi, è stato colpito da un attacco aereo israeliano che ha provocato almeno 20 vittime, tra cui cinque giornalisti, medici e soccorritori.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha immediatamente condannato l’attacco, con il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha scritto su X: “STOP agli attacchi all’assistenza sanitaria. Cessate il fuoco ora!”. In un comunicato, Ghebreyesus ha sottolineato l’urgenza di fermare le violenze contro le strutture sanitarie, ricordando che “mentre la popolazione di Gaza soffre la fame, il suo già limitato accesso all’assistenza sanitaria viene ulteriormente paralizzato dai ripetuti attacchi”.
Il Nasser Medical Complex, situato a Khan Younis, è stato bersaglio di numerosi raid aerei israeliani sin dall’inizio del conflitto. Secondo la Gaza Health Ministry, l’ospedale è stato bombardato più volte, con l’ultimo attacco che ha reso inutilizzabile l’intera struttura. Le forze israeliane hanno anche sequestrato ambulanze e impedito l’ingresso del personale medico, creando una situazione catastrofica per i pazienti.
Le organizzazioni internazionali, tra cui Medici Senza Frontiere e la Foreign Press Association, hanno denunciato l’attacco come un crimine di guerra, chiedendo responsabilità e protezione per i giornalisti e gli operatori sanitari. In risposta, il governo turco ha chiesto l’espulsione di Israele dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La situazione a Gaza è ormai insostenibile. Le agenzie umanitarie hanno confermato la presenza di carestia in alcune zone, con oltre 640.000 persone a rischio di fame entro settembre. Le scorte di cibo, acqua e carburante sono esaurite, e le strutture sanitarie sono al collasso.
In questo contesto, l’appello dell’OMS non può restare inascoltato. È necessario un cessate il fuoco immediato per fermare la strage e garantire l’accesso umanitario alle vittime innocenti. La comunità internazionale deve intervenire con urgenza per salvare ciò che resta di un sistema sanitario ormai distrutto e per proteggere la vita di chi ancora lotta per la sopravvivenza.
La storia dell’Ospedale Nasser è quella di una resistenza silenziosa, di medici e pazienti che hanno sfidato la morte per curare e curarsi. Oggi, quel simbolo è ridotto in macerie, ma la sua memoria deve spingerci a non voltare lo sguardo. La libertà di curare è un diritto umano fondamentale, e nessuna guerra può giustificarne la negazione.