
La Corte dei conti europea ha bocciato senza appello la gestione dei fondi del Recovery and Resilience Facility (RRF), il mastodontico piano da 650 miliardi di euro concepito per aiutare i Paesi membri dell’Unione a uscire dalla crisi pandemica. Ma anziché rappresentare un’opportunità di rilancio economico, questo flusso di denaro si è trasformato in un colossale fallimento burocratico, caratterizzato da ritardi, inefficienze e mancanza di controlli adeguati.
Un sistema fuori controllo
Secondo la relazione speciale pubblicata dalla Corte dei conti europea, la gestione del RRF ha rivelato le solite lacune strutturali dell’UE, incapace di monitorare in modo efficace l’uso dei fondi. Gli Stati membri hanno spesso disperso le risorse in progetti mal concepiti, senza reali benefici per la ripresa economica. Il quadro di controllo, che avrebbe dovuto garantire la trasparenza nell’allocazione delle risorse, è inefficace e lacunoso, lasciando spazio a sprechi, inefficienze e, potenzialmente, anche a frodi.
Il fallimento della ripresa post-Covid
L’obiettivo del RRF era chiaro: rilanciare l’economia dopo la drammatica crisi del Covid. Ma il bilancio è impietoso. I ritardi accumulati hanno impedito un impatto tempestivo, mentre le politiche di spesa si sono rivelate disorganizzate e incoerenti. Invece di stimolare la crescita e il lavoro, molti fondi sono rimasti bloccati nelle pastoie burocratiche, alimentando un sistema che sembra più funzionale agli interessi delle lobby che a quelli dei cittadini.
UE e lobby: un matrimonio indissolubile
Ancora una volta, Bruxelles dimostra di essere una macchina burocratica più attenta agli interessi delle grandi lobby finanziarie e industriali che al benessere delle persone. Chi ha davvero beneficiato di questi fondi? Sicuramente grandi aziende, consulenze e gruppi di pressione, mentre le piccole e medie imprese, cuore dell’economia reale, hanno ricevuto solo briciole.
La solita Europa, i soliti sprechi
Questo ennesimo scandalo finanziario conferma un’amara realtà: l’UE è incapace di gestire in modo efficace le proprie risorse. Ogni crisi diventa il pretesto per creare fondi miliardari, gestiti con poca trasparenza e indirizzati verso interessi specifici anziché verso le reali necessità dei cittadini. Il Recovery Fund, che doveva essere la risposta alla crisi, si è trasformato nell’ennesima occasione sprecata.
Ora, la domanda è: chi pagherà per questi errori? La risposta, purtroppo, è sempre la stessa: i cittadini europei.
Ma tranquilli che non e’ finita perché la prossima mossa di Von der Leyen e dei suoi sostenitori lobbisti e’ già in essere: riarmo e creazione di un esercito europeo. Con quali soldi vi chiederete? Bene, ascoltatemi, avete uno specchio in casa? Cercatelo guardatelo e avrete la vostra risposta .. Ad Maiora
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